Lecture by Armand Veilleux

 

Negli anni immediatamente precedenti e successivi al concilio Vaticano II si assiste a una nuova ondata di eremitismo, che contribuisce, come in passato, a un rinnovamento del cenobitismo. Questa “ondata di eremitismo” del xx secolo di certo non è stata un evento sconvolgente, non ha portato delle folle al deserto, ma non è stata neanche priva di importanza. Si è manifestata sia nella chiesa di Inghilterra che nella chiesa di Roma.
Evidentemente, come in passato, molti di coloro che si sono sentiti chiamati alla vita eremitica erano persone insoddisfatte – spesso a ragione – della vita cenobitica che si offriva loro. In seguito, o hanno abbandonato tutto dopo alcuni anni, oppure sono tornati alla loro comunità per lavorare efficacemente al suo rinnovamento. Ma c’è stato anche un buon numero di eremiti autentici, che hanno concorso con la loro vita di nascondimento, come anche, in certi casi, con i loro scritti, al rinnovamento di tutta la chiesa. Si potrebbero citare, tra gli altri, Jacques Winandy e Thomas Merton.

Nel momento in cui questo fascino dell’eremitismo era al culmine, nel 1975, è stato organizzato un incontro dal canonico Arthur McDonald Allchin a Saint David, nel Galles, per riflettere sul significato di tale fenomeno. Uno dei partecipanti a questo incontro, monsignor Kallistos Ware, è qui presente tra noi; ma un altro ci ha lasciati di recente. Si tratta di padre André Louf, un grande amico di Bose, che negli ultimi anni della sua vita ha realizzato il suo sogno di vita eremitica, dopo esser stato per trent’anni abate di una comunità cenobitica.

Il mondo e la chiesa di oggi hanno bisogno di autentici eremiti e di autentiche comunità. Eremiti e cenobiti, tutti abbiamo la stessa vocazione e la stessa missione: quella di vivere, sebbene in forme differenti, le due dimensioni essenziali di ogni vita cristiana che sono la comunione e la solitudine. Gli autentici solitari vivono in profonda comunione con il mondo e la chiesa, e i veri cenobiti sanno fondare la loro comunione su una relazione personale con Dio nella solitudine.

 ARMAND VEILLEUX