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Gesù l’uomo dell’incontro

 In tutti i vangeli Gesù appare come l’uomo dell’incontro. Commuove il vedere che per lui ogni incontro è rivelazione. Si rivela a se stesso. Si consegna con tenerezza, con passione, di più con violenza, ma soprattutto ciascuno dei suoi interlocutori è d’improvviso rivelato a se stesso. L’incontro con Gesù diventa un potente catalizzatore: un uomo, una donna, un malato sono di colpo raccolti in sé, restituiti a sé e tutte le possibilità che dormivano in loro, sotto la scorza del quotidiano, alle quali avevano smesso di credere, esplodono in un solo colpo e appaiono a essi come la loro verità più profonda. Possono “essere”, possono divenire. È meraviglioso: la stragrande maggioranza delle persone che Gesù incontra sono vite fallite, scomunicati, decaduti… Basta l’incontro, una parola, uno sguardo e si ribaltano senza preavviso, senza condizioni, dalla decadenza alla santità. Gesù è il genio dell’incontro. È nella sua persona la pienezza dell’incontro, quello dell’uomo e quello di Dio: è il suo essere, la sua vita, la sua felicità, il suo tormento, è il suo volto, è la sua parola. Per questo incontro è venuto tra noi e qui c’è tutto il vangelo (J. Leclercq, Debout sur le soleil, Seuil, Paris 1980, pp. 84-85).