Progetto e comitato scientifico

XVIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
COMUNIONE E SOLITUDINE NELLA TRADIZIONE ORTODOSSA
Bose, 8-11 settembre 2010
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

Particolare della DORMIZIONE DI SANT’EFREM IL SIRO, XIV secolo, affresco, Monastero di San Nicola, Meteore (Grecia)PROGETTO E COMITATO SCIENTIFICO

"Se noi, che formiamo tutti un solo corpo in Cristo, non ci uniremo concordi nello Spirito santo, ma ciascuno preferirà vivere da solo, come potremo, così disuniti e separati, conservare la comunione e il servizio gli uni degli altri?”

Il grande padre della chiesa indivisa, Basilio di Cesarea, mette al centro della vita cristiana l’esperienza della comunione in Cristo: solo nella quotidiana condivisione della vita è possibile sperimentare e realizzare i comandamenti evangelici. Al tempo stesso, tuttavia, la personalissima esperienza di Dio nella preghiera richiede uno spazio irrinunciabile di solitudine e verità con se stessi: “Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto” (Mt 6,6)

Se per i padri “un solo cristiano” significa “nessun cristiano” (Unus christianus, nullus christianus), solo nell’irripetibile unicità di ogni uomo è possibile una libera risposta al dono di Dio. Il cristianesimo è un’arte di comunione, non un’ideologia di massa, ricerca dell’unità dei molti e riconciliazione delle diversità, non religione a una dimensione.

Forse mai come nell’orizzonte contemporaneo, segnato dalla disgregazione delle strutture tradizionali di vita comune, dal bisogno di nuove forme comunicazione e associazione, ma attraversato dal ripiegamento nell’individualismo, da isolamento e dimenticanza dell’altro ? del povero, l’immigrato, l’emarginato ?, l’uomo rischia di non saper più che fare della propria solitudine, e di smarrire il senso del vivere gli uni insieme agli altri.

Il XVIII convegno ecumenico internazionale, dedicato a “Comunione e solitudine” nella tradizione spirituale ortodossa (8-11 settembre 2010), vuole essere un invito a riscoprire la comunione e la solitudine come dimensioni della vita spirituale, che interpellano ogni autentica ricerca di senso.

Interrogando la Scrittura e l’insegnamento dei padri della chiesa (da Basilio a Isacco il Siro, dai padri del deserto ai padri del monachesimo bizantino e russo), ma anche esperienze di solitudine feconda di comunione in alcune grandi figure spirituali dell’ortodossia contemporanea, il simposio desidera tracciare un itinerario di conoscenza e attualizzazione di queste coordinate essenziali del vivere umano.

Il tema generale del convegno sarà così declinato in approfondimenti specifici dedicati alla comunione nella chiesa, all’idea di persona nel pensiero ortodosso, al valore e al tempo stesso ai rischi legati alla solitudine e alla vita comune, in un confronto tra l’eredità dei padri e le prospettive delle scienze umane.

L’esperienza dei monaci cristiani nella storia, quali che fossero le forme in cui essa si è concretamente realizzata (eremo, cenobio o anche altre forme di vita monastica), ha sempre indicato un itinerario di uscita dall’autosufficienza e di apertura all’altro. Per questo uno spazio particolare sarà riservato allo scambio di esperienze di vita monastica tra Oriente e Occidente, in un confronto aperto sull’equilibrio, spirituale e umano, tra “vivere in solitudine e vivere in comunione”.

Un’occasione di conoscenza fraterna e di condivisione del dono della vita.

COMITATO SCIENTIFICO:

Enzo Bianchi (Bose), Lino Breda (Bose), Sabino Chialà (Bose), Hervé Legrand (Parigi), Adalberto Mainardi (Bose), Antonio Rigo (Venezia), Roberto Salizzoni (Torino), Michel Van Parys (Chevetogne)