24 settembre 2023
Mt 20,1-16 (Is 55,6-9)
XXV domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi
La conversione richiede un incontro trasformativo tra pensieri dell’uomo e pensiero di Dio, tra vie dell’uomo e via di Dio. E per questo è necessaria la conoscenza di sé e di Dio, dei propri pensieri e dei pensieri di Dio. Ma la logica di gratuità di Dio scardina le leggi ferree di corrispondenza tra lavoro e salario e lascia intravedere un mondo segnato non più da queste pur razionali e imprescindibili misure umane di equità, ma dalla sovrabbondante bontà di Dio, dalla sua sconcertante gratuità.
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17 settembre 2023
Mt 18,21-35 (Sir 27,33-28,7)
XXIV domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi
Il perdono che Dio attua nel Figlio Gesù, il Messia, è incondizionato, unilaterale e radicale. Il perdono divino perdona l’imperdonabile. Come discepoli siamo posti di fronte alla paradossalità del perdono: esso è onnipotente nel senso che tutto può essere perdonato, ma anche infinitamente debole perché non è affatto detto che esso giunga a cambiare il cuore di chi lo riceve. In ogni caso, se non siamo responsabili del male che ci è stato fatto, diventiamo responsabili di ciò che facciamo del male che abbiamo subìto.
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3 settembre 2023
Mt 16,21-27 (Ger 20,7-9)
XXII domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi
Se il Signore è una passione, allora anche la crisi sarà un momento di verità della fede e della vocazione: questa è la sfida per i cristiani e per le chiese oggi, che conoscono scoraggiamento, stanchezza, smarrimento, grigiore, nella coscienza che una forma di chiesa è ormai morta e occorre inventarne un’altra. Ma seguire Cristo significa porre la propria vita nella sua vita per amore. Ciò che per amore si perde, in realtà non è perso, ma donato. E ciò che è donato per amore, è ritrovato nella relazione.
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10 settembre 2023
Mt 18,15-20 (Ez 33,1.7-9)
XXIII domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi
Nella comunità cristiana la correzione del fratello che cade nell’errore è una responsabilità connessa all’essere tutti membra dello stesso corpo. Nella correzione fraterna io rompo con l’individualismo che mi dissocia dall’altro e mi porta a pensare solo a me e alla mia “perfezione” individuale; assumendo il compito della correzione esco dall’indifferenza in cui mi riparo per proteggermi dal faticoso incontro con l’altro; con essa mostro di essere responsabile della santità del fratello e che il suo peccato è come se fosse mio.
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