14 dicembre 2024
Siamo al centro del tempo di Avvento e il brano proposto si sofferma sul tema della venuta del Figlio dell’uomo. Quest’argomento resta per noi misterioso sia perché non utilizziamo nel nostro linguaggio il termine “figlio dell’uomo”, sia perché non conosciamo il significato che esso aveva al tempo di Gesù, sia ancora perché il linguaggio apocalittico che viene utilizzato rischia di trarci in inganno facendoci pensare che dia delle indicazioni per calcolare tempi e luoghi precisi dell’avvento del Signore.
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13 dicembre 2024
Gesù utilizza un linguaggio di tipo apocalittico per porre uno sguardo lucido sulla situazione del mondo. Un mondo con la sua storia passata, quella dei Maccabei (profeta Daniele), quella presente con l’occupazione Romana, e quella futura, annunciando degli eventi che, in fin dei conti, ripetendosi periodicamente sono delle catastrofi persino “prevedibili” in effetti, le vediamo e ne soffriamo ancora oggi. Gli autori biblici hanno spesso reinterpretato le profezie bibliche precedenti per attualizzarle.
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12 dicembre 2024
Con il Vangelo di oggi inizia il quinto e ultimo discorso di Gesù che l’evangelista Matteo ci presenta come buona notizia. Sì, buona notizia, sebbene il genere apocalittico possa farci tremare. Come ci fanno tremare le notizie che imperversano ancora oggi, purtroppo, nel nostro mondo lacerato.
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11 dicembre 2024
Con il testo odierno si conclude la lunga requisitoria di Gesù alle guide religiose giudaiche del suo tempo che occupa l’intero capitolo 23 di Matteo. Nei giorni scorsi abbiamo già notato la durezza di queste parole che veicolano un giudizio di condanna apparentemente senza appello; restiamo come disorientati, non riuscendo a riconoscervi il Gesù della montagna che predica l’amore e il perdono.
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10 dicembre 2024
Gesù continua il suo discorso di rimprovero contro scribi e farisei che, potremmo dire sinteticamente, è una declinazione articolata del grande tema dell’ipocrisia: è la doppiezza del cuore e della vita, di cui scribi e farisei sono l’icona tristemente più eclatante.
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9 dicembre 2024
È un fenomeno umano abbastanza attestato di ogni tempo e di ogni cultura religiosa, il passaggio dalla fede alla religione. La fede è propria degli inizi di una storia. È un atto di fiducia incondizionato verso Dio, che si percepisce come presenza operante nelle nostre vite; che non chiede nulla se non appunto di fidarsi delle sue promesse anche quando non sembrano così evidentemente realizzabili.
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7 dicembre 2024
C’è un’unità di tempo e di luogo che unisce i capitoli 7-10 del vangelo di Giovanni: inquadrata da due segnalazioni dell’ormai aperta ostilità delle autorità giudaiche (uccidere: 7,1 e catturare: 10,39), troviamo in questa sezione la rivelazione della messianicità di Gesù, avvenuta nello spazio del tempio e durante la festa delle Capanne. Nell’ultimo giorno, «il gran giorno della festa», sono inserite la promessa dell'acqua viva, l’identificazione di Gesù con la luce del mondo, la guarigione del cieco nato, il discorso sul buon Pastore (7,37-10,21).
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6 dicembre 2024
Gesù risponde al dottore della legge citando un passo tratto dal Deuteronomio "Tu amerai...". Amare in fondo è tenere in considerazione, prestare attenzione, rivolgersi con tutto se stessi verso l'altro, è ascoltare. Il verbo “amerai” è strettamente legato al verbo ascoltare, come si può intuire leggendo per intero la citazione utilizzata da Gesù. Questo aiuta a comprendere che l'amore non possiamo darcelo da noi stessi ma lo riceviamo come un dono. Un dono che esige un tempo di assunzione, un luogo di silenzio dove la parola si deposita e germina.
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5 dicembre 2024
Il Vangelo del giorno, tratto dal testo matteano narra di un confronto serrato tra dei sadducei e Gesù al Tempio di Gerusalemme. L’argomento del dibattito è di una certa importanza, tuttavia il tono delle sue repliche ai loro ragionamenti è poco incisivo. Si tratta infatti della risurrezione dai morti, eppure le parole di Gesù mancano di quell’ardore tipico della sua predicazione evangelica.
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4 dicembre 2024
“Il regno dei cieli è simile a…”. Il regno dei cieli è simile a una storia, dice Gesù ai responsabili religiosi e ai fedeli osservanti della Torah. “Un re fece una festa di nozze”, e subito questi credenti nutriti della Torah si ricordano del banchetto del re nella grande profezia di Isaia sulla fine dei tempi: “Il Signore preparerà per tutti i popoli un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti... Egli strapperà il velo che copriva la faccia di tutti i popoli. Eliminerà la morte per sempre e asciugherà le lacrime su ogni volto” (cf. Is 25,6-8).
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3 dicembre 2024
Alla vigilia della Pasqua, dopo l'ingresso trionfale a Gerusalemme, dove fu accolto come Messia (Mt 21,1-11), e dopo i gesti profetici come la cacciata dei mercanti dal Tempio (Mt 21,12-13), Gesù affronta i capi religiosi in questo luogo sacro, simbolo della presenza di Dio e della storia d'Israele. Di fronte alla loro domanda: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» (Mt 21,23), emerge una profonda tensione. Non è una ricerca sincera della verità, ma la difesa di un sistema religioso rigido, che teme di perdere il controllo sulla folla e vede in Gesù una minaccia al proprio potere.
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2 dicembre 2024
Se immaginiamo e pensiamo il vangelo come sola sequenza di miracoli e buone azioni compiute da Gesù, il brano di oggi, come quello della cacciata dei mercanti dal tempio che lo precede, ci spiazza e lascia perplessi.
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