In questa rubrica giornaliera vi proponiamo la meditazione del Vangelo del giorno preparata da un fratello o una sorella di Bose. Il nostro desiderio è di spezzare il pane quotidiano della parola di Dio, condividendo la lectio divina fatta nella solitudine della cella monastica. Per tutti il fine è quello indicato da Ignazio d’Antiochia, “rifugiarmi nel Vangelo come nella carne di Gesù” (Lettera ai Filadelfiesi).

Le pericopi del vangelo seguono il lezionario proprio del nostro monastero.

Nelle mani degli uomini

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28 settembre 2024

«La mano è azione: afferra, crea, a volte si direbbe che pensi. In stato di quiete non è un utensile senz’anima […]. In essa permangono, in fase di riflessione, l’istinto e la volontà di azione […] La mano ha fatto l’uomo. Alta nel vento, aperta e spartita come un ramo lo ha spinto a dominare i fluidi […]. Pare di vedere l’uomo dell’antichità respirare il mondo attraverso le mani, tendere le dita per farne una rete atta ad afferrare l’imponderabile» (H. Focillon).

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Un Cristo diverso dalle nostre attese

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27 settembre 2024

L’evangelista Luca pone questi versetti subito dopo il ritorno degli apostoli e la distribuzione dei pani alla moltitudine vicino Betsaida. L’incipit del brano ci trasporta in un contesto intimo di preghiera: Gesù è in un luogo isolato a pregare, non è da solo con lui ci sono i discepoli. La ricerca di un luogo isolato per la preghiera è un'azione che questo brano ha in comune con quello che lo precede. Anche nell’episodio di Betsaida Gesù è in cerca di un luogo isolato, ma le folle lo seguono. Gesù, padrone del suo tempo, non rimanda le folle, ma le accoglie prendendosi cura di loro nell’insegnamento sul Regno e guarendo coloro che avevano bisogno di cure. 

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Tante ricerche, un incontro

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26 settembre 2024

Chi è quel Gesù “di cui si sentono dire tante cose” (cf. v. 9)? La domanda è esplicita sulla bocca di Erode, uomo di potere, abituato a ottenere risposte. Oggi vediamo invece un uomo in preda a un turbinio di pensieri irrisolti: “Non sapeva cosa pensare” (v. 7) rispetto alla figura di Gesù e ai suoi discepoli che erano stati inviati “ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi” (Lc 9,2). 

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Lo stile degli apostoli del regno

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25 settembre 2024

Gesù, dopo aver passato la notte in preghiera, chiama a sé i Dodici, quelli che ha scelto tra i discepoli. Quelli che lo hanno seguito più da vicino nel suo annunciare il regno di Dio, nel cacciare i demoni e guarire i malati. Ora Gesù li “chiama a sé” - la prima cosa è il legame con lui - e li associa al suo operare. Gesù avrebbe potuto far tutto da solo - è la sua croce che salva il mondo - ma ha voluto condividere con noi il suo cammino di salvezza. È da Lui che i Dodici ricevono l’autorità e la potenza per scacciare i demoni e curare le malattie: i discepoli, la chiesa non possono agire autonomamente.

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Lodare Dio in mezzo alle prove

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24 settembre 2024

Questo brano evangelico ci fa entrare nella preghiera di Gesù, nella vita intima del suo cuore. Non è un insegnamento come il “Padre nostro” (“insegnaci a pregare” aveva chiesto un discepolo), ma è un grido spontaneo di giubilo. È innalzamento del suo cuore nella lode al Padre perché i suoi sensi spirituali (cioè abitati dallo Spirito) gli rivelano l’azione del Padre nel mondo, in particolare riguardo alla sua missione di messia. 

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"E Cristo ti illuminerà"

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23 settembre 2024

Siamo subito dopo la parabola del seminatore, che è il contesto cui si riferiscono questi pochi versetti. Meglio dunque riprendere la parabola e la spiegazione del suo significato che Gesù stesso ha dato. Il suo insegnamento riguarda due situazioni in cui tutti ci ritroviamo e partecipiamo in momenti diversi: quando il seme viene gettato e quando viene ricevuto. Narrando poi la vicenda del seme prima di quella dei terreni, Gesù dosa in modo diverso una rassicurante consolazione e un avvertimento responsabilizzante.

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La buona notizia del regno di Dio

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20 settembre 2024

Gesù annunciava la buona notizia del regno di Dio (v. 1). Gesù non annunciava sé stesso, ma annunciava il regno di Dio, e lo annunciava come buona notizia. Ci crediamo oggi? Molti sono i passi nei vangeli in cui la felicità dell’uomo oggi è posta in relazione al regno di Dio, ma in questo nostro tempo queste parole forse sembrano strane, suonano quasi fuori luogo, per non dire incomprensibili. Molte sono le dinamiche che si incrociano intorno a questa parola del Regno: è futuro o presente? O entrambi? Vi entreranno solo alcuni o tutti? Coincide con una forma storicamente data o è indipendente da essa? È una realtà che il credente può contribuire a realizzare o è puro dono di Dio? E in quale rapporto esso sta con la realtà storica della chiesa? Coincide con essa o la sovrasta? E in quale relazione la realtà del regno di Dio sta con il dono dello Spirito santo? E con la persona di Gesù?

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Accogliere o rifiutare la salvezza

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19 settembre 2024

Poche righe prima del testo di oggi Gesù dice che lo si descrive come “un mangione e beone, amico di pubblicani e prostitute” (Lc 7,34). Il brano di oggi sembra essere la conferma di questa affermazione. Gesù è a tavola e si lascia toccare da una donna che il suo ospite definisce “una peccatrice”. Se ci mettiamo dallo stesso punto di vista di Simone non possiamo fare altro che confermare questa ipotesi. 

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“Risuscita!”

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17 settembre 2024

Precedentemente Gesù si era meravigliato della fede di un centurione pagano (cf. Lc 7, 9). Fede umile e grande, perché credeva fortemente che la Parola di Gesù avrebbe fatto quello che diceva. Infatti, l’uomo dell’esercito romano disse a Gesù, chiamandolo Signore: “Non disturbarti! Ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito” (v. 6 e 7).

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Timore di Dio

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16 settembre 2024

Leggendo uno dei primi tre vangeli − avendo in mano una sinossi che li possa confrontare − le più importanti osservazioni che possiamo fare nascono proprio da questo semplice confronto. La cosiddetta “questione sinottica” è stata molto complicata dagli esegeti con il ricorso a una cosiddetta fonte (Q), che è puramente ipotetica, ma in realtà non è un problema, perché la soluzione è molto semplice: Matteo riscrive Marco, e Luca dipende da entrambi. 

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Il compimento dell’amore

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14 settembre 2024

Oggi la chiesa universale celebra la festa l'esaltazione della croce. Festa che non vuole esaltare l’atrocità di uno strumento di tortura, ma che celebra la vittoria che su di essa si è compiuta: la vittoria del bene sul male, la vittoria dell’amore vissuto fino alla fine. Fine che viene visto non come “la” fine ma come “il” fine, cioè il compimento della vita terrena di Gesù, compimento che anche le nostre vite sono chiamate a raggiungere.

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Prepararci

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13 settembre 2024

La questione non è tanto di chiedersi: “Sono forse anch’io cieca?” Perché lo siamo tutte e tutti, infatti “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti” (1Cor 1,27), come sta scritto nel primo testamento: Dio ha scelto il più piccolo dei popoli (cf. Dt 7,7), per l’unico motivo del suo amore gratuito come per noi è la sua misericordia, ci dice Luca.

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La misura della gratitudine

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12 settembre 2024

Gesù ha appena alzato gli occhi e pronunciato le beatitudini e i “guai”, avvertimenti accorati verso i suoi discepoli. Ora sembra che il suo parlare prosegua sempre guardando al fine di una vita piena, bella, beata. Una vita secondo il desiderio di Dio per noi, un Dio che ci è Padre e non può che volere il bene per noi. Un Padre misericordioso, viscerale come una madre.

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