25 marzo

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Annunciazione del Signore

In questa solennità si ricorda il celebre episodio biblico dell'annuncio recato dall'angelo a Maria di Nazaret.
Maria, presentata da Luca come personificazione del resto povero e umiliato di Israele, di coloro che non attendono altro che la venuta del Messia, è nell'episodio odierno della Scrittura colei che, accogliendo mediante l'ascolto la parola di Dio recata dall'angelo, concepisce nel proprio grembo per opera dello Spirito santo il Figlio di Dio, la Parola dell'Altissimo fatta carne.
Maria è chiamata per questo nella tradizione patristica la nuova Eva, la madre di tutti i credenti: nei credenti, infatti, mediante la fede, il Signore ha deciso di stabilire la sua dimora.
Le prime tracce di una festa dell'Annunciazione risalgono alla prima metà del VI secolo, a Costantinopoli. La festa si diffuse progressivamente dalla capitale bizantina a tutto l'oriente e l'occidente. La sua collocazione nella data odierna, legata alla fissazione del Natale al 25 dicembre, le dona un tono marcatamente cristologico, rafforzato dal fatto che in occidente il 25 marzo era legato fin dall'antichità alla memoria dell'incarnazione, della passione e della resurrezione di Cristo.
Per mantenere il legame della festa odierna con il Natale e consentirne nel contempo la celebrazione solenne, l'antica liturgia mozarabica preferiva commemorare l'annunciazione il 18 dicembre, mentre quella siriaca dedica tuttora alla pericope lucana dell'annuncio a Maria le ultime due domeniche prima del Natale, quella ambrosiana riserva tale pericope per la domenica di avvento detta dell'Incarnazione.


TRACCE DI LETTURA

Oggi è rivelato il mistero che è da tutta l'eternità:
il Figlio di Dio diventa Figlio dell'uomo;
partecipando a ciò che è inferiore,
ci rende partecipi delle cose più alte.
Adamo all'inizio fu ingannato:
cercò di diventare Dio, ma non vi riuscì.
Ora Dio diventa uomo,
per divinizzare Adamo.
Si rallegri la creazione ed esulti la natura:
l'arcangelo sta con timore davanti alla Vergine,
e con il suo saluto: «Rallegrati» reca
l'annuncio gioioso che il nostro dolore è finito.
O Dio, che ti sei fatto uomo per la tua misericordiosa compassione,
sia gloria a te!
(Orthros, Liturgia ortodossa, Orthros della festa dell'Annunciazione)


PREGHIERA

Signore Dio nostro,
oggi noi riviviamo
l'annunciazione dell'angelo alla vergine Maria,
che accogliendo la tua parola
ha permesso al Verbo di farsi carne:
rendici disponibili come lei
a compiere la tua volontà
e ad acconsentire alla salvezza
che tu ci doni in Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Eb 10,4-10 (vigilia); Is 7,10-14; Ef 1,3-12; Lc 1,26-38


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Annunciazione di nostro Signore alla beata vergine Maria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Annunciazione del Signore (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 baramhāt/maggābit):
Michele I (+ 767), 46° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Giusto (II sec.), patriarca di Alessandria (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Annunciazione della nascita del Signore a Maria
Ernesto il Pio (+ 1675), duca di Sassonia

MARONITI:
Annunciazione della Vergine

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Evangelizzazione della santissima Madre di Dio e sempre vergine Maria
Basilio di Poiana Mārului (+ 1767), esicasta (Chiesa romena)

SIRO-OCCIDENTALI:
Annunciazione alla Madre di Dio

SIRO-ORIENTALI:
Annunciazione del Signore alla Madre di Dio (Chiesa caldea e malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Annunciazione a Maria

26 marzo

Giovanni di Dalyatha (VII-VIII sec.)
monaco

La quarta domenica di quaresima la Chiesa assira fa memoria di Giovanni di Dalyatha, mistico tra i più grandi della storia cristiana.
Giovanni, chiamato anche Saba o il «Vegliardo», nacque nella seconda metà del VII secolo nel villaggio di Ardamust, a nord-ovest di Mossul. Egli fu iniziato allo studio delle Scritture nella scuola del suo villaggio, quindi frequentò il monastero di Apnimaran e, intorno all'anno 700, divenne monaco nel monastero di Mar Yozadaq. Dopo sette anni, si ritirò in solitudine sulla montagna di Dalyatha, forse nei pressi dell'Ararat, e da essa prese il nome.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.


TRACCE DI LETTURA

I miei occhi sono stati bruciati dalla tua bellezza
ed è stata divelta davanti a me la terra sulla quale avanzavo;
la mia intelligenza è stupita per la meraviglia che è in te
e io, ormai, mi riconosco come uno che non è.
Una fiamma si è accesa nelle mie ossa
e ruscelli sono sgorgati per bagnare l'intera mia carne,
perché non si consumi.
O fornace purificatrice,
nella quale l'Artefice ha mondato la sua creatura!
O abito di luce, che ci hai spogliati della nostra volontà
perché ce ne rivestissimo, ora, nel fuoco!
Signore, lasciami dare ai tuoi figli ciò che è santo,
non è ai cani che lo do.
Gloria a te! Come sono mirabili i tuoi pensieri!
Beati coloro che ti amano,
perché risplendono per la tua bellezza
e tu dai loro in dono te stesso.
Questa è la resurrezione anticipata
di coloro che sono morti in Cristo.
(Giovanni di Dalyatha, Lettere)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Harriet Monsell di Clewer (+ 1883), fondatrice della comunità di San Giovanni Battista

COPTI ED ETIOPICI (17 baramhāt/maggābit):
Lazzaro, amico di Gesù (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ludgero (+ 809), evangelizzatore e vescovo in Vestfalia
Karl Schlau (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

MARONITI:
Gabriele, arcangelo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sinassi dell'arcangelo Gabriele
Montano e Massima di Sirmio (+ 304 ca), martiri (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Giovanni di Dalyatha, monaco (Chiesa caldea e assira)

27 marzo

al-Ḥallāğ (+ 922)
giusto tra le genti

All'alba del 27 marzo 922, muore decapitato il maestro sufi al-Ḥallāğ , dopo una notte intera passata in agonia su di un patibolo a forma di croce. Nativo del villaggio persiano di Tūr, Hūsayn ibn Mansūr al-Ḥallāğ era stato educato da giovane nelle scuole coraniche e sufi della sua terra.
Uomo di temperamento forte, al-Ḥallāğ decise di rompere ogni legame col proprio passato per darsi alla predicazione itinerante di una Verità che, pur non posseduta, lo accompagnava ormai come un tormento. Dopo diverse peregrinazioni attraverso l'oriente, al-Ḥallāğ si stabilì a Baghdad e decise di iniziare un pellegrinaggio interiore nel proprio cuore, vera dimora di Dio. La sua identificazione amorosa con l'Amato, meta di ogni sufi, lo portò a formulare insegnamenti ritenuti fortemente sovversivi, fino alla celebre affermazione: «Io sono la Verità», con la quale, lungi dal proclamarsi l'incarnazione di Allāh, egli voleva semplicemente ricordare che solo chi fa totalmente spazio in sé all'Altro può giungere a proclamare l'unità divina e il nome ineffabile di Dio. Ma il suo invito al pellegrinaggio interiore fu inteso come una condanna del pellegrinaggio alla Mecca, pilastro della religione islamica, e al-Ḥallāğ fu condannato a morte.
Nella sua Passione, narrata in modo straordinario dai suoi discepoli, egli poteva così consumare la propria ricerca di Dio, facendo totalmente spazio nella propria vita alla presenza divina nel sacrificio di sè per amore. Come hanno giustamente rilevato alcuni maestri cristiani del nostro tempo, la memoria di al-Ḥallāğ e della sua passione d'amore per l'Unico è uno dei messaggi antidolatrici più forti che la storia delle religioni abbia offerto all'intera umanità.


TRACCE DI LETTURA

Ti fa posto il mio cuore tutto intero,
lì non c'è spazio per cosa creata.
Tra la pelle e le ossa Ti trattengo,
che ne sarà di me se mai Ti perdo?

Il Tuo Spirito s'è impastato col mio,
come l'ambra col muschio odoroso.
Se qualcosa Ti tocca, mi tocca:
non c'è più differenza, perché Tu sei me.

I pellegrini vanno alla Mecca, e io da Chi abita in me,
vittime offrono quelli, io offro il mio sangue e la vita.
C'è chi gira attorno al Suo tempio senza farlo col corpo,
perché gira attorno a Dio stesso, che dal rito lo scioglie.

Ho visto il mio Signore con l'occhio del mio cuore,
Gli ho chiesto: «Chi sei?», m'ha detto: «Tu!».
Il Tuo «dove» non appartiene al «dove»,
ché in Te nessun «dove» esiste.
Né c'è un'immagine da immaginare
che ci faccia scoprir dove Tu sei.
Tu sei Colui che contiene ogni «dove»
fino al «non-dove»: e dove mai sei Tu?
Nel mio estinguermi s'estingue l'estinzione
e nella mia estinzione T'ho trovato
(al-Ḥallāğ , Dīwān)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (18 baramhāt/maggābit):
Isidoro di Pelusio (+ 433 ca), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Meister Eckhart (+ 1327), mistico a Strasburgo e a Colonia

MARONITI:
Matrona di Tessalonica (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Matrona di Tessalonica, martire

28 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (19 baramhāt/maggābit):
Aristobulo (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Ruperto (+ 718), evangelizzatore e vescovo a Salisburgo

MARONITI:
Fileto il Senatore (II sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ilarione di Pelecete (+ 754), igumeno e confessore
Bojan «Enravota» (IX sec.), martire (Chiesa bulgara)
Stefano il Taumaturgo (IX sec.), monaco e confessore (Chiesa melkita)

29 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (20 baramhāt/maggābit):
Michele III (+ 899 ca), 56° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Hans Nielsen Hauge (+ 1824), testimone della fede in Norvegia

MARONITI:
Marco, vescovo, e Cirillo (+ 364 ca), diacono, martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Marco, vescovo di Aretusa, Cirillo, diacono di Eliopoli, e compagni, martiri
Giona, Barachisio e compagni di Persia (+ 327 ca), martiri
Pimen Salos, monaco, e Antonio Meschi (XIII sec.) C(hiesa georgiana)