Bose: l'uomo è custode del creato

XX Convegno Ecumenico Internazionale
XX Convegno Ecumenico Internazionale

XX Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
L'UOMO CUSTODE DEL CREATO
Bose, 5-8 settembre 2012
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

Bose: l'uomo è custode del creato
di SILVIA RONCHEY
La Stampa
, 5 settembre 2012

Dopo quella fra le razze e fra i sessi, la parità fra le specie è il traguardo etico del Terzo Millennio. Lo pensa il movimento animalista, cui il papa stesso, dedicando l’anno scorso alla questione ecologica il messaggio per la giornata mondiale della pace, sembra guardare. Se l’uguaglianza di diritti fra la specie umana e quella animale era stata già propugnata dal paganesimo greco, la tradizione giudaico-cristiana si è pur sempre domandata, con l’Ecclesiaste: «Chi sa se il soffio vitale dell’uomo sale in alto e quello della bestia scende in basso?» (Qo 3,21), come ricorda Enzo Bianchi nella splendida, profonda relazione introduttiva al XX Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa, aperto stamattina a Bose.

E’ vero che l’antropocentrismo cristiano ha per millenni considerato gli animali al servizio dell’uomo, alleandosi in ciò con l’ebraismo («ogni animale che si muove e ha vita sarà il vostro cibo», Gen 9, 3; «dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo», Gen 1, 28, di cui Bianchi propone peraltro una nuova lettura). Ma sempre più spesso nel 900 il cristianesimo postconciliare ha equiparato l’uomo al resto del vivente. Se la Chiesa ortodossa è all’avanguardia nella lotta ai «peccati contro la natura», dal mondo cattolico è affiorato più di un mea culpa per il «peccato di antropocentrismo». Non è però questione di scuse o pentimenti. Il plenum interconfessionale di studiosi riunito a Bose mostrerà che l’idea di una redenzione cosmica - non solo per gli umani, ma anche per gli animali, le piante e perfino i minerali — accennata in Paolo (“il creato stesso spera di essere liberato dalla schiavitù della corruzione materiale”, Rom 8, 19-22) si perpetua in una lunga tradizione mistica, anticipando ciò che Bianchi chiama, in opposizione al «panteismo»pagano, il «pan-in-teismo» cristiano.

SILVIA RONCHEY