TAMARA GRDZELIDZE

tamaraTamara Grdzelidze ha studiato presso la Tbilisi University (Georgia), il St Vladimir’s Theological Seminary (USA), e la Oxford University (UK). In Georgia ha svolto lavoro di ricerca sull’agiografia Georgiana presso l’Istituto Shota Rustaveli di Letteratura Georgiana, e ha insegnato lingua e letteratura georgiana nelle scuole. Dal gennaio 2001 al dicembre 2013, ha lavorato come membro della commissione Fede e Costituzione (Faith and Order) del Consiglio ecumenico delle chiese (WCC) presso Ginevra, organismo che coordina il dialogo tra i leader cristiani in materia di teologia, dottrina e natura della chiesa. Descrive la sua esperienza di dialogo ecumenico e interculturale durante il suo lavoro presso il WCC come una vera “una scuola di relazioni internazionali”. Nel 2014 è stata nominata ambasciatore di Georgia presso la Santa Sede, incarico che tuttora svolge. Tra i doni da lei presentati a papa Francesco c’era una copia del libro A Cloud of Witnesses: Opportunities for Ecumenical Commemoration (WCC 2009), da lei pubblicato in collaborazione con fr. Guido Dotti, membro della Comunità monastic di Bose. Ha pubblicato molti titoli sull’agiografia Georgiana, sulla chiesa Georgiana, sull’ortodossia e le sfide contemporanee, sull’ecclesiologia, l’ermeneutica, e il dialogo inter-confessionale. Tra la sue pubblicazioni: The limits of the Church: Essays from Orthodox Theologians on Ecumenism, a cura di Tamara Grdzelidze, Tbilisi 2000; Georgian Monks on Mount Athos: Two Eleventh Century Lives on the Hegoumenoi of Iviron (2009); Reading the Gospels with the Early Church: A Guide, a cura di Tamara Grdzelidze Geneva 2013.


Martirologio nel XX secolo. La Chiesa ortodossa di Georgia

La relazione ricostruisce la vicenda dei martiri georgiani (soprattutto membri del clero, ma anche laici) che hanno dato testimonianza in difesa della giustizia e dei diritti della chiesa durante il primo periodo del regime sovietico in Georgia (stabilito nel 1921). La loro recente canonizzazione e il loro riconoscimento come martiri da parte della Chiesa ortodossa di Georgia (nonostante essi non rientrino nella categoria del “martirio classico” in odium fidei) costituisce un evento importante. L’autrice è convinta che l’atto di fare memoria possa essere fonte di riconciliazione e che la storia possa cambiare solo con la volontà di stabilire nuove relazioni con il passato, con la disponibilità a ricordare non per il semplice scopo di ricordare, ma per fare la pace. I nuovi martiri georgiani hanno reso testimonianza a Cristo fino alla morte opponendosi all’ingiustizia del sistema politico esistente. Nell’atto della loro canonizzazione da parte della Chiesa ortodossa di Georgia si può riconoscere un buon equilibrio tra interessi nazionali e lotta contro l’ingiustizia e la dignità umana, un modo per risanare le ferite del Corpo di Cristo.