L'essere umano cerca senza posa

di Federico De Rosa

È leggero il volo di un gabbiano. Tutta la sua vita vola molto leggera. Non si chiede cos’era prima della propria nascita e cosa sarà di lui dopo la sua morte. Il gabbiano è materia programmata per volare, il Dna è il suo programma e contiene due grandi software : l’istinto di sopravvivenza e quello di riproduzione. Sono così potenti questi due software della materia che lui sa sempre cosa deve fare, in ogni istante della sua vita. Si impegna per non morire ma non sembra che si interroghi su questa morte, né che se ne preoccupi. Il Dna è una software house potente e non prevede mai domande all’operatore.

Il gabbiano è autarchico. Tutto ciò di cui ha bisogno lo ha già dentro come dotazione iniziale, gli serve solo un po’ di cibo per rimpiazzare la materia che dentro di lui il software tramuta in energia.

Per il resto il mondo potrebbe anche non esistere. E non vola per cercare la libertà ma per cercare sicurezza, cibo o una compagna, secondo i momenti.

Il gabbiano si basta sempre e l’uomo non si basta mai.

Non vuole morire, ha paura della morte e si interroga sul dopo. L’essere umano non sopporta il tempo che fugge e ad ogni istante deve trovare un significato fuori di sé. L’essere umano è l’unico vivente a cui il corretto funzionamento del suo software biologico non basta, anzi lo inquieta perché sa che tale software punta a chiudere un ciclo e poi lo restituirà alla polvere.

E l’essere umano è l’unica macchina biologica che non vuole terminare la sua corsa.

Ed allora si proietta oltre sé, verso una grande idea come la giustizia o verso altri esseri umani come i figli. Il gabbiano si basta e l’essere umano ha invece bisogno di trascendersi per andare oltre la propria fine.

Difficile incontrare una persona che non creda a qualcosa fuori di sé, fosse anche solo il potere ed il denaro, anche queste sono realtà fuori di noi e chi vuole solo il piacere sta drammaticamente cercando di eludere la domanda di senso oltre il proprio sé, che spinge dal profondo del proprio cuore.

Ci è impossibile non credere in qualcosa fuori di noi e questa è la radice umana della nostra fede.

Riconosciuta questa spinta ineludibile che è dentro di noi, avendola riconosciuta, essendoci specchiati e riconosciuti in essa, allora ben vale cercare a lungo questo senso trascendente, cercando sempre più profondo e durante tutta la nostra vita.

Un Dio soffiò nelle nostre narici la nostra vita spirituale, come dice la Bibbia, e così facendo instillò in noi il bisogno di relazione con lui, un attimo prima di nascondersi ai nostri occhi per sommo amore della nostra libertà.

E per questo se il gabbiano vola, l’essere umano cerca senza posa e solo drammaticamente illudendosi può smettere di cercare. Per quanto si possa essere avanti nel cammino non si è mai alla meta durante questa vita.