Il cuore, luogo di lotta

Per giungere ad avere in sé, o meglio ad accogliere in dono da Dio un cuore che ascolta, occorre esercitarsi pazientemente a quell'arte già implicitamente evocata: l'arte della lotta spirituale. Occorre cioè comprendere che il nostro cuore è anche la sede della lotta invisibile, la quale consiste – secondo le parole di Antonio, il padre dei monaci – nel “gettare su di sé il proprio peccato davanti a Dio e attendersi la tentazione fino all'ultimo respiro”. Se infatti il cuore è il luogo del nostro possibile incontro intimo con Dio, esso è però anche sede di cupidigie e passioni fomentate dalla potenza del male: “Il cuore dell'uomo è un abisso profondo” (Sal 64,7), “il cuore è più ingannevole di ogni cosa” (Ger 17,9). Gesù lo ha espresso con una chiarezza che non lascia spazio a dubbi: “Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni (dialoghismoì) cattive: impurita, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo” (Mc 7,21-23; cf. Mt 15,19-20).

Il cuore dell'uomo è il luogo in cui si scontrano gli assalti di Satana, il Divisore che “come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare” (1Pt 5,8), e l'azione della grazia di Dio …

Dobbiamo allora diventare consapevoli che nel nostro cuore ogni giorno avviene una lotta: siamo chiamati a scegliere se accogliere e far fruttificare la parola di Dio seminata in esso (cf. Mc 4,1-9 e par.), oppure lasciarci dominare a poco a poco, fino a lasciarci vincere senza più opporre resistenza, dalla sclerocardia, quell'insensibilità a Dio e agli altri che ci fa vivere ripiegati su noi stessi.

E. Bianchi, Con tutto il cuore, Qiqajon, Bose, 2011, pp. 17-18.