Liberati grazie agli altri

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Il lavoro della liberazione è volto a liberarci da quegli ostacoli profondi che abbiamo costruito in noi stessi per difenderci dal dolore del vivere. In questo lavoro, che spetta a ciascuno di noi, è essenziale la presenza degli altri: amandoci, ci svegliano alla nostalgia della bellezza della relazione e ci spronano a pensare l’altro, a tenere conto di lui, a vivere per lui, a immaginare ciò che per lui è bello e a perseguirlo fattualmente.

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Ricominciare ogni giorno dalla resurrezione

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Il monaco è una persona che ogni giorno inizia. Vive ogni giorno come fosse il primo. Come fosse una nascita. Non schiavo del passato e delle abitudini, ma capace di innovare, di riprendersi, di guardare avanti. Atteggiamento umano e spirituale che nasce dal nucleo centrale della fede: la resurrezione. Ogni mattina di ogni giorno è offerta di nuovo inizio, è promessa di novità, è apertura all’avvento, è vocazione, appello alla vita, e questo perché anch’essa è memoria della resurrezione. Ed è possibilità di ricominciare dopo le cadute, dopo le crisi, dopo le morti che conosciamo in vita e che accompagnano il nostro vivere.

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Obbedienti perché liberi

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Persona formata è chi non trova fuori di sé il movente per vivere, ma ha assodato e interiorizzato le motivazioni che reggono la sua vocazione. Tutto questo si può riassumere sotto la parola libertà: è il livello di libertà che indica la qualità della persona. Affinché il rapporto tra individuo e comunità sia sostenibile, occorre una libertà di fondo della persona.

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La promessa delle persecuzioni

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Le persecuzioni si trovano nella promessa che Gesù fa a chi lo vuole seguire con radicalità: il che significa che se nel concreto dell’esistenza questo avviene, ovvero che ci si trovi a essere bersaglio di insulti e offese, violenza e inimicizia, la nostra sorpresa, il nostro stupore, il nostro giudicare inaccettabili e irricevibili questi comportamenti, indicano la nostra superficialità nel vivere la sequela cristiana.

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Il conflitto come occasione

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I conflitti sono una dimensione costitutiva dell’esistere. un’esperienza ordinaria e ineliminabile dell’umano. La vita avviene anche tra i conflitti, la cui presenza è legata al fatto ineliminabile e vitale della diversità. Siamo diversi e questo significa che sentiamo e pensiamo in maniere diverse, divergenti e anche opposte e questo può suscitare conflitti. Siamo diversi e non stiamo al mondo allo stesso modo. E anche il riferimento al vangelo non agisce in modo identico per tutti.

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Vivi con gioia

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La nostra vita è vivibile se essa è anche contrassegnata dalla gratuità, dalla gioia, dalla ricerca di bellezza nei rapporti con le cose, gli ambienti, gli animali, le piante, i fiori, da rapporti sobri e semplici tra di noi, ma animati da affetto e benevolenza. Se è bello cantare le lodi del Signore, è anche bello che i fratelli e le sorelle siano insieme (Sal 133). Questa bellezza è una costruzione quotidiana che chiede sforzo e impegno e su cui si posa la benedizione del Signore.

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L’equilibrio del lavoro

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Il lavoro è un modo di vivere la povertà perché si tratta di guadagnarsi il necessario con le proprie mani, altrimenti si finisce per vivere una vita di mollezze e comodità, mantenuti da chi fa doni ed elargizioni, magari sublimate ipocritamente come “Provvidenza”. La serietà della vita di lavoro è anche spesso il linguaggio capace di comunicare con le persone più semplici e di creare una simpatia e una base di comprensione con tante persone, comprensione che si situa sul piano prettamente umano. Questa serietà sul lavoro è fondamentale per evitare la decadenza di una vita monastica.

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