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17 settembre

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09 17 hammarskjoldDag Hammarskjöld (1905-1961)
testimone

Nel 1961 muore in un incidente aereo a Ndola, in Congo, Dag Hammarskjöld, statista e testimone del Vangelo. Ultimo di quattro figli, Dag era nato nel 1905 a Jönköping, in Svezia. Figlio d'arte, dopo brillanti studi iniziò a servire il proprio paese dapprima come amministratore e poi come politico. Il 7 aprile del 1953 fu eletto alla carica di Segretario generale delle Nazioni Unite, responsabilità che gli venne confermata allo scadere del mandato nel 1958. Hammarskjöld morì nel corso di una missione per risolvere la crisi congolese. Nello stesso anno gli venne attribuito il premio Nobel per la pace, alla memoria. Alla sua morte emerse il sorprendente itinerario interiore che aveva silenziosamente accompagnato il suo intenso viaggiare esteriore. Hammarskjöld fu infatti uomo di tutti, come gli imponeva la sua funzione pubblica, ma con un cuore indiviso e teso al dialogo con il Signore. Egli seppe riempire l'inevitabile solitudine di chi ha grandi responsabilità nei confronti degli altri con la compagnia dell'unica voce capace di dare un senso, giorno dopo giorno, alla missione ricevuta. Il suo diario, pubblicato postumo, una sorta di «libro bianco con se stesso e con Dio», rivela al lettore una profonda fede e un raro slancio mistico, vissuti nell'intimità del cuore e senza ostentazioni, nella costante convinzione che la vita sia un procedere in modo risoluto da una traccia all'altra di un sentiero di montagna; e sostando presso ciascuna di esse l'uomo non può che dire: «Al passato: grazie al futuro: sì!».


TRACCE DI LETTURA

La luna invernale catturata nel groviglio dei rami. Greve del mio sangue, la vincolante promessa. Intorno dormivano gli alberi, nudi contro il cielo notturno. «Però non come voglio io...». Il fardello rimase mio. Non intesero il mio appello. E tutto era silenzio. Poi le fiaccole e il bacio. Poi quell'alba grigia nel palazzo. Quale aiuto dal loro amore? Ora una sola questione se li amo...
(D. Hammarskjöld, Diario, 26 novembre 1960)


ILDEGARDA, manoscritto Scivias, XII sec.
ILDEGARDA, manoscritto Scivias, XII sec.
Ildegarda di Bingen
(1098-1179)
monaca

Nel 1179 muore nel monastero di Rupertsberg, presso Bingen, Ildegarda, monaca e visionaria.
Nata ottantun anni prima a Bermersheim, nella Renania, Ildegarda fu affidata a otto anni a Jutta di Sponheim, un'anacoreta che viveva legata alle benedettine di Disibodenberg. Intorno alle due donne la comunità crebbe, e alla morte di Jutta, Ildegarda ne assunse la responsabilità.
Essa seppe fare tesoro della propria estrema sensibilità e fragilità fisica per comprendere in profondità le forze fisiche e biologiche della natura e per affinare la propria arte farmacologica e medica, da cui molti trassero grandi benefici.
Attenta lettrice e ruminatrice delle Scritture, fu una donna di temperamento straordinario: predicò il vangelo in modo itinerante, quasi un secolo prima di Francesco d'Assisi, seguendo unicamente la voce interiore che la spingeva a farlo; promosse il rinnovamento spirituale nel monachesimo del suo tempo, e fu sempre pronta a servire i malati e a lenire le loro sofferenze.
In tutto questo, Ildegarda non dimenticò mai le proprie figlie spirituali, ma continuò sino alla fine a seguire a una a una tutte le monache dei monasteri che aveva fondato, con una dolcezza e una sensibilità pari alla forza e alla fermezza che aveva saputo mostrare quando si era trovata ad ammonire e a consigliare i potenti del suo tempo.
Su indicazione di Bernardo di Clairvaux, Ildegarda mise per iscritto il frutto della sua contemplazione visionaria del mondo, lasciando così ai posteri almeno un poco della sapienza che aveva saputo vivere e incarnare nel suo lungo itinerario umano e monastico.


TRACCE DI LETTURA

O fuoco dello Spirito Paraclito, vita della vita di ogni creatura, sei santo, tu che vivifichi le forme.
Sei santo, tu che copri con balsami le fratture doloranti, santo, tu che fasci le ferite incancrenite. Soffio di santità, fuoco di amore, dolce gusto nei cuori e pioggia nelle anirne, profumato di virtù.
Fontana purissima nella quale si vede Dio, intento a radunare gli stranieri e a cercare gli smarriti.
Corazza della vita, speranza dell'unione di tutti gli uomini, crogiolo della bellezza, salva le tue creature!
Grazie a te le nubi corrono, l'aria plana, le pietre si coprono di umidità, le acque diventano ruscelli e la terra trasuda la linfa verdeggiante.
E sei ancora tu a guidare incessantemente i dotti e a colmarli di gioia mediante l'ispirazione della tua sapienza.
Lode dunque a te, che fai risuonare le lodi e rallegri la via: a te la speranza, l'onore e la forza.
Lode a te che porti a noi la luce.
(Ildegarda di Bingen, O fuoco delloSpirito Paraclito)


PREGHIERA

Dio di misericordia,
che hai dato alla tua serva Ildegarda
la grazia di servirti con un cuore unificato
e di amarti al di sopra di ogni cosa:
fa' che,rinnovata la nostra comunione con te
grazie a questo sacramento,
rinunciamo a tutto ciò che ci trattiene
dalla sequela di Cristo
e cresciamo nella sua somiglianza
di gloria in gloria.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Pr 8,12-14.22-31; 1Cor 2,9-13; Lc 10,21-24


LE CHIESE RICORDANO

ANGLICANI:
Ildegarda, badessa di Bingen, visionaria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Roberto Bellarmino (+ 1621), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano)
Satiro (+ ca 378), confessore (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (7 tūt/maskaram):
Dioscoro (ca 454), patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa ed etiopica)

LUTERANI:
Ildegarda di Bingen, mistica e badessa
Johann Heinrich Bullinger (+ 1575), riformatore a Zurigo

MARONITI:
Sofia di Tessalonica e le sue 3 figlie (II sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sofia, Pistis, Elpis e Agape di Tessalonica, martiri
Ritrovamento delle reliquie di loasaf di Belgorod (1911) (Chiesa russa)
Simeone Inauridze (XVIII sec.), monaco (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI
Ildegarda di Bingen, vergine e badessa