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L'epistolario di don Mazzolari e Maria di Campello

NOTE:

1 Cfr M. DI CAMPELL0 P. MAZZOLARI, {link_prodotto:id=729} Carteggio (1925 - 1959), a cura di M. MARAVIGLIA, Magnano (BI), Qigajon, 2007, 384, €23,00. Ulteriori variazioni sul tema in G. VECCHIO (ed.), Mazzolari, la Chiesa del Novecento e l'universo femminile, Brescia, Morcelliana, 2006 (cfr Civ. Catt. 2007 I 98 s).

2 Nato al Boschetto, frazione di Cremona, il 13 gennaio 1890 da una famiglia di piccoli agricoltori, Primo Mazzolari entrò presto in seminario a Cremona e, ordinato prete nel 1912, fu mandato come vicario cooperatore a Spinadesco e poi nella sua parrocchia natale. Cappellano militare durante la prima guerra mondiale, sui campi di battaglia maturò l'avversione per ogni forma di guerra. Nel 1922 fu parroco a Cicognara e nel 1932 a Bozzolo, dove, oltre a scrivere vari libri, maturò quel profondo antifascismo che lo portò a entrare nella Resistenza durante il secondo conflitto mondiale. 1115 gennaio 1949 diede vita al quindicinale Adesso, che, per i temi trattati il rinnovamento della Chiesa, la denuncia delle ingiustizie sociali, il dialogo con. i comunisti , gli procurò non poche tensioni con la gerarchia ecclesiastica. II S aprle 1959 è colpito da ictus cerebrale, durante la Messa, e muore una settimana dopo all'ospedale di Cremona.
Sorella Maria, al secolo Valeria Pignetti, nata a Torino nel 1875, entrò nel 1901 nell'istituto francese delle Francescane missionarie e ne uscì dopo 18 anni col placet di Benedetto XV per realizzare una nuova forma di vita consacrata. Dopo varie peregrinazioni, raggiunse l'eremo di Campello (Spoleto), dando vita a una nuova comunità religiosa. Proprio da quell'eremo sorella Maria porterà avanti fino alla morte (1961) coraggiosi e fecondi contatti epistolari, raggiungendo molti «lontani» e diffondendo un forte messaggio ecumenico.

3 Collaboratrice della Fondazione don Primo Mazzolari, Mariangela Maraviglia ha dedicato al parroco di Bozzolo i seguenti volumi: Chiesa e storia in «Adesso», Bologna, Edb, 1991 e Primo Mazzolari nella storia del Novecento, Roma, Studium, 2000.

4 Ctr il carteggio tra sorella Maria e Giovanni Vannucci, {link_prodotto:id=318}, introduzione e note a cura di P. MARANGON, Magnano (Bi), Qiqajon, 2006, e quello tra sorella Maria e Albert Schweitzer, Senza varcare la soglia, Arezzo, Romena, 2007 (quest'ultimo senza apparato critico), mentre un primo ritratto dell'eremita si trova in R. MOROZZO DELLA ROCCA, Maria dell'eremo di Campello. Un'avventura spirituale nell'Italia del Novecento, Milano, Guerini e Associati, 1998.

5 Tra le varie figure significative passate a Campello ricordiamo padre David Maria Turoldo di cui sorella Maria fotografa l'irruenza e aftettività generosa, insieme a «uno spirito pacifico»: «Sarebbe un cappellano ideale dell'eremo» , don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, e Annalena Tonelli, laica missionaria uccisa in Somalia nel 2003, che aveva riconosciuto in Maria elementi ispiratori del suo impegno cristiano. Cfr pp. 17; 65-69: 212-216; 271-273.

6 «Siamo un piccolo gruppo di terziarie francescane secolari, che viviamo insieme come sorelle, lavorando per vivere, e anche offrendo ospitalità a chi ha bisogno di venire a trovare pace in questa solitudine e presso la semplicità francescana. [...] Non vorremmo crescere di numero oltre sette, giacché siamo e teniamo a rimanere una piccola famiglia, nell'ombra; ma desidereremmo avere tra noi una figliuola di codesti luoghi, e osiamo sperare questo dono del Signore attraverso Lei» (p. 83 s).

7 E. CHIRILLI, Contributo alla storia dell'Eremo francescano di Campello sul Clitunno. Sorella Jacopa, Galatina (Le), Editrice Salentina, 1973, 241.

8 Oltre all'enciclica Pascendi di Pio X, contro il modernismo, ricordiamo che, ancora nel 1928, la Chiesa cattolica si ispirava all'enciclica Mortalium animos, che riaffermava un'ecclesiologia del «ritorno» degli appartenenti ad altre Confessioni alla Chiesa di Roma, e vietava ai cattolici la partecipazione agli incontri ecumenici avviati in quegli stessi anni con le Conferenze di Stoccolma e Losanna (p. 25).

9 Questo carteggio è pubblicato in Frammenti di un'amicizia senza confini. Gandhi e sorella Maria, Pro manuscripto, Campello, 1991.

10 Cfr MARIA TERESA DELL'EUCARISTIA, Le lettere, Pro manuscripto, Roma, 1981;
ID., No, non ho saltato il muro, Brescia, Queriniana, 1976, dove narra che A. Schweitzer le confessava di sentirsi vicino a lei e a sorella Maria, «l'eremita umbra» (p. 187).

11 Cfr COMUNITÀ DI BOSE (ed.), Il libro dei testimoni, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2002, 427 s.

12 Nel 1932 pubblica un opuscolo dal titolo Il mio parroco, seguito nel 1934 dal libro La più bella avventura, che, basato sulla parabola del figliol prodigo, fu però condannato dal Sant'Uffizio perché considerato «erroneo» e ritirato dal commercio. Poi nel 1938 uscirono altre tre opere: Il samaritano, I lontani, Tra l'argine e il bosco, mentre nel 1939 fu pubblicata La via crucis del povero.

13 La famiglia religiosa di Maria era composta di «sorelle conviventi», che condividevano con lei una vita di povertà, preghiera, accoglienza e silenzio, e di «fratelli e sorelle non conviventi», che, pur non vivendo all'eremo, aderivano agli aspetti della vita monastica riproducibili nelle esperienze quotidiane di ognuno. Quasi tutti ricevevano dalla Minore, così amava appellarsi l'eremita, nomi di tradizione francescana o desunti da ligure del primo cristianesimo, con l'intento di cogliere qualche elemento dell'interiorità dell'interlocutore (p. 43 s). Don Primo accoglierà l'invito e riceverà il nome di Ignazio, come ricordo del vescovo Ignazio di Antiochia e metafora di totale donazione.

14 Don Mazzolari era convinto che soltanto il cristianesimo potesse costituire un rimedio ai mali del tempo e perciò si mise a diffondere l'idea di una s'era e propria «rivoluzione cristiana», secondo la quale i cristiani diventavano l'autentica guida della società, a patto di rinnovarsi completamente nella mentalità e nei comportamenti. E proprio con l'intento di promuovere l'annuncio evangelico, nel 1945 scrisse Il compagno Cristo. Vangelo del reduce, rivolgendosi a quanti tornavano dal fronte o dalla prigionia, per additare loro la via tracciata da Gesù Cristo. Riedizione critica, a cura di Giorgio Vecchio, presso Edizioni Dehoriiane di Bologna, 2003. Cfr anche P. MAZZOLARI, Rivoluzione cristiana, Bologna, Edb, 1995.

15 II suo slogan era: «Combatto il comunismo, amo i comunisti», proprio per promuovere quel dialogo che, dopo la scomunica dei comunisti da parte della Chiesa nei 1949, appariva del tutto interrotto.

16 Nei testo poi pubblicato: cfr P MAZZOLARI, Della fede. Della tolleranza. Della speranza, Bologna, Edb, 1995, 28.

17 E, mostrando obbedienza verso la volontà della sua Chiesa, proseguiva: «Metto dinanzi a Voi, umilmente, ciò che può essere giudicato reprensibile, né mai vorrei sottrarmi sulla terra e oltre alle battiture e al rogo. Del resto desidero rimanere fedele alla Chiesa dei miei Maggiori, con un senso di lealtà e gratitudine senza fine. Ho ricevuto tanto, nonostante tutto e attraverso tutto!» (p. 265).

18 Emblematico trinomio, già caro ai non meno tribolato Antonio Rosmini, e seppur in tempi e modi diversi per entrambi è venuto il riconoscimento della Chiesa. Cfr Civ. Catt. 2008 11 250.

19 Infatti, la direzione fu affidata a un laico, Giulio Vaggi, ma don Primo continuerà a collaborare con la redazione scrivendo articoli firmati spesso con pseudonimi, come quello di Stefano Bolli.

20 Rievocata anche nel racconto fortemente autobiografico La pieve sull'argine, pubblicato nel 1952, che ripercorreva le sue vicende tanto negli anni bui del fascismo, quanto nelle difficoltà incontrate con la gerarchia ecclesiastica nel dopoguerra.

21 Ricordiamo infatti che nel novembre del 1957, l'arcivescovo di Milano mons. Montini, futuro Papa Paolo VI, lo chiamò a predicare nella Missione di Milano, mentre nel febbraio 1959 ii nuovo Papa, Giovanni XXIII, ricevendolo in udienza, la commosse profondamente chiamandolo «la tromba dello Spirito Santo'

PIERSANDRO VANZAN S.J.
© La Civiltà Cattolica 2008 III 271-279 quaderno 3795-3796