Il priore di Bose fr. Enzo ha incontrato papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartholomeos

A nome di tutti i presenti ha preso la parola il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, che ha rivolto al vescovo di Roma un fraterno saluto. Il papa ha poi ringraziato il patriarca, chiamandolo mio fratello Andrea.

 

Allocuzione di S.S. Bartholomeos I
a S.S. Il papa di Roma Francesco
durante l'Udienza alle delegazioni delle chiese

 

Santissimo Padre,

Ci rallegriamo di tutto cuore con la Vostra amata Santità, in nome del Signore onnipotente, per la vostra elezione ispirata da Dio e per la degna assunzione dei Vostri nuovi e alti doveri quale Primo Vescovo della venerabile Chiesa dell’Antica Roma, che presiede nella carità.

Succedete su questo trono al vostro predecessore Benedetto XVI, uomo mite, che si è distinto per la sua conoscenza teologica e la sua carità, il quale con spirito di coraggio ha da poco rassegnato le dimissioni dal suo ministero per motivi di salute e di affaticamento. Il compito e le responsabilità che Vi attendono sono enormi, davanti a Dio e agli uomini.

L’unità delle Chiese cristiane costituisce la prima e la più importante delle nostre preoccupazioni ed è sicuramente uno dei presupposti fondamentali affinché la nostra testimonianza cristiana possa essere credibile agli occhi dei vicini e dei lontani. Per la sua realizzazione, è necessario che il dialogo teologico già intrapreso prosegua, affinché la verità della fede, l’esperienza dei santi e la tradizione – comune all’Oriente e all’Occidente – del primo millennio cristiano, possano essere insieme comprese e avvicinate in modo comune. È un dialogo da proseguire nella carità e nella verità, in spirito di umiltà e di mitezza, e attraverso le armi della verità.

La crisi economica mondiale, d’altra parte, esige in modo imperativo l’organizzazione di un’azione umanitaria per la quale avete una grande esperienza, Santità, grazie al Vostro lungo e apprezzato ministero come Buon Samaritano in America Latina, dove avete sperimentato in qualità di pastore, sicuramente come pochi altri, l’amarezza della sofferenza e della miseria umana. Quelli che hanno di più devono essere stimolati ad offrire del proprio, in modo spontaneo e con gioia, a quelli che non hanno. In questo modo, per mezzo della giustizia, verrà assicurata la pace, che è la richiesta di tutti gli uomini, e l’ardente attesa di tutte le genti e di tutti i popoli.