“Cosa sta scritto? Come leggi?”

Foto di kwan fung su Unsplash
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Lc 10,26

26Gesù disse al dottore della legge: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».


Cari amici, care amiche,

proseguiamo il nostro viaggio in compagnia di Gesù e lasciamo risuonare un’ulteriore sua domanda, anzi, in realtà una domanda che si articola in due interrogativi, perché Gesù interroga lo scriba (che a sua volta l’aveva interpellato su cosa dovesse fare per ereditare la vita eterna) ponendogli un doppio quesito che riguarda la lettura: cosa sta scritto e come leggi?

Lo scriba pone a Gesù una domanda che è anche la nostra di fronte alle diverse situazioni in cui ci troviamo a vivere: che cosa devo fare? Cosa fare in questo o quel momento, per questa o quella persona, di fronte a questo o quel problema, o difficoltà, o incomprensione, o imprevisto… Che cosa fare? Ma sempre la domanda che riguarda il contingente, il qui e ora, nasconde in sé una domanda di fondo, una domanda che riguarda la traiettoria, la meta del nostro viaggio, di cui le situazioni intermedie sono solo stazioni di passaggio verso la stazione d’arrivo: cosa devo fare per camminare verso la vita, per far crescere la vita in me e attorno a me, per immettere nella mia vita ciò che resta in eterno, ciò che dà senso a ogni attimo e respiro?

E Gesù interrogato rilancia la domanda al suo interlocutore rinviandolo alle Scritture, questa immensa lettera d’amore che Dio ha scritto per noi, a noi, perché tramite essa noi potessimo trovare la via e la vita, potessimo conoscere colui che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6).

Ciascuno di noi fa, o ha fatto, l’esperienza di quanto siano importanti, preziose, le parole di coloro che amiamo: custodiamo con gelosia le lettere scritte dal nostro amore e spesso le leggiamo con passione, cercando in esse il riflesso del volto di colui che amiamo. Quelle parole ci parlano di lui o di lei, ci aiutano a conoscerlo meglio, più in profondità, perché nascendo dalla sua interiorità ci svelano qualcosa del suo mistero. Leggiamo e rileggiamo, senza stancarci mai, fino a saperle a memoria, e se chiudiamo gli occhi le vediamo nel loro stile e nella calligrafia, le vediamo come se avessimo davanti a noi i fogli (o i tablet, smarthphone, pc…) su cui sono scritte… così dovrebbe essere anche con le Scritture perché esse ci parlano del Signore, ci svelano il suo volto amante, ci rivelano le sue vie, ci vogliono parlare al cuore!

Ma noi spesso siamo distratti, preoccupati da tante cose, presi da mille faccende, e ci dimentichiamo l’unico essenziale: sostare con chi amiamo, per ascoltarlo, per guardarlo, per stare con lui anche quando lui non è presente se non nel suo “sta scritto”, nelle sue parole, quelle che ci ha dedicato, indirizzato e lasciato perché lo attendessimo, perché lo cercassimo, perché tenessimo vivo il desiderio di lui. Tutto questo è vero per il nostro rapporto con il Signore ma anche per tutti i volti che amiamo!

Certo, forse per noi oggi è più difficile comprendere l’importanza del rapporto con lo “sta scritto” perché la nostra comunicazione è per lo più funzionale, rapida e concisa come i messaggi che scriviamo su WhatsApp ogni giorno, dove spesso la quantità di contatti ha la meglio sulla qualità, sulla sostanza di ciò che comunichiamo.

Ma allora forse mai come oggi è importante che in mezzo ai molti treni ad alta velocità che prendiamo, ogni tanto, ci concediamo il lusso di un regionale, più lento ma che ci permette di gustare il panorama, di prepararci alla meta attraversando spazi diversi, dandoci il tempo di assumere, di entrare e poi uscire, da questi luoghi, da queste relazioni, e mai uscire uguali a come vi eravamo entrati.

Darsi del tempo per leggere, o anche per ascoltare, è un atto fondamentale per alzare il livello della qualità della nostra vita, perché questa qualità passa sempre attraverso relazioni che si costruiscono passo dopo passo, parola dopo parola, in una conoscenza reciproca in cui i reciproci misteri, il nostro e quello degli altri, il nostro e quello del Signore, si svelano per accogliersi, abbracciarsi e avanzare insieme verso la vita piena, nella vita piena.

Questo atto del leggere richiede tempo e qualità di attenzione, richiede che noi gli dedichiamo uno spazio adeguato e specifico, potremmo dire intimo. E poi, grazie a una assiduità e una perseveranza che attraversano gli anni e le stagioni, vederli diventare lo spazio e il tempo di ogni nostro respiro, l’abito che sempre indossiamo perché non si legge per conoscere, si legge per amare!

Così noi cresciamo con ciò che leggiamo, con chi ci rivolge quelle parole, e non finiremo di stupirci per questo viaggio inesauribile perché “la Scrittura cresce con chi la legge” (Gregorio Magno).

Conoscere le Scritture per conoscere il Signore, leggere le Scritture per conoscere cosa fare e per far crescere la nostra relazione con il Signore che in esse si svela a noi come il miglior compagno di viaggio che possiamo avere.

Leggere le Scritture per scavarle pazientemente, per imparare ad andare oltre il loro stile o i fatti narrati i quali possono sembrarci distanti, superati o addirittura incomprensibili, e trovare invece in esse un centro pulsante, quella sapienza che abita il cuore di Dio e che è sapienza dell’amare, sapienza che Gesù ci ha narrato e svelato con le sue parole, ma soprattutto con la sua vita:

“Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”

“Cosa sta scritto? Come leggi?”

“Amerai”.


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