Solitudine e comunione
Molti cercano la comunione per paura della solitudine. Non essendo più capaci di star soli, cercano di vivere tra gli altri. ci sono anche dei cristiani, che non riuscendo da soli a risolvere i loro problemi, o essendosi trovati male soli con se stessi, sperano di trovare aiuto nella comunione con altri uomini. Per lo più restano delusi, e di conseguenza imputano alla comunità quella che è la loro vera colpa. La comunità cristiana non è un sanatorio dello spirito. chi vi entra per fuggire da se stesso, la utilizza abusivamente per distrarsi con vani discorsi, per quanto camuffati da intenti religiosi. In effetti la sua ricerca non ha per oggetto la comunione, ma quell’effetto di stordimento che gli fa dimenticare per breve tempo la sua condizione di solitudine, e proprio per questo procura l’isolamento mortale dell’uomo. il risultato di simili tentativi di guarigione è il dissolversi della parola e di ogni esperienza autentica, e in ultimo la rassegnazione e la morte spirituale.
Chi non sa stare solo si guardi dal cercare la comunione. non farà altro che male a se stesso e alla comunione. Eri solo davanti a Dio, quando ti ha chiamato, eri solo quando hai dovuto seguire il suo appello, eri solo quando hai dovuto prendere la tua croce, quando hai dovuto pregare e combattere, da solo morirai e renderai conto a Dio. Non puoi sfuggire a te stesso, poiché Dio stesso ti ha messo da aperte scegliendoti ...
Ma viceversa è vero anche che chi non si trova in comunione, si guardi dallo star solo. Nella comunità sei uno dei chiamati, e non il solo; tu porti la croce, combatti e preghi nella comunità dei chiamati. non sei solo, e anche nella morte e nel giorno del giudizio sarai solo un membro della grande comunità di Gesù Cristo ... “Se anche devo morire, nella morte non sono però solo; nella sofferenza la comunità soffre con me” (Martin Lutero) (Dietrich Bonhoeffer, Vita comune, Queriniana, Brescia 2003, pp. 59-60).