Oscar Romero
Era nato a Ciudad Barrios, da una famiglia di razza mista, e aveva maturato la proprio vocazione presbiterale dopo aver praticato il lavoro di falegname nel borgo in cui era cresciuto.
Compiuti gli studi a Roma durante il secondo conflitto mondiale, Romero rientrò in patria, dove gli furono conferiti incarichi di sempre maggiore responsabilità nella chiesa salvadoregna. Alla morte dell’arcivescovo Luis Chàver y Gonzales, grande difensore di poveri e oppressi, l’arcidiocesi del Salvador era lacerata profondamente da divisioni; Romero fu designato come successore di Chàver, tra la generale soddisfazione dei settori conservatori della società, che lo ritenevano portatore di una spiritualità innocua e disincarnata.
Ma nella drammatica situazione politica e sociale del suo paese, monsignor Romero cominciò a denunciare con forza le ingiustizie e le violenze subite dai contadini e poveri del Salvador, confrontando coraggiosamente la realtà quotidiana con l’Evangelo e le sue esigenze.
Promotore del dialogo e della riconciliazione all’interno della chiesa e del paese, insieme al favore dei poveri si attirò anche l’ostilità dei potenti e di parte della stessa gerarchia cattolica nel suo paese.
Il 24 marzo del 1980 cade così ucciso da un sicario mentre sta celebrando l’Eucaristia.
Oscar A. Romero, “Meditazioni per tutto l’anno”, Borla, Roma 2006