Ikebana
11. ikebana grande a petalo chiuso
12. ikebana a petalo chiuso
13. ikebana a petalo chiuso
14. ikebana a petalo aperto
15.ikebana a petalo aperto
16. ikebana grande a petalo aperto
11. ikebana grande a petalo chiuso
12. ikebana a petalo chiuso
13. ikebana a petalo chiuso
14. ikebana a petalo aperto
15.ikebana a petalo aperto
16. ikebana grande a petalo aperto
Novità 2011
Cristo glorioso gotico
1. servizio dell'altare ambrosiano
2. servizio dell'altare romanico
3. servizio dell'altare mozarabico
4. servizio dell'altare gotico
5. servizio dell'altare ambrosiano
6. servizio dell'altare gotico
7. turibolo e navicella Raku
8. lampade a olio
9. crocifisso romanico francese
10. crocifisso romanico catalano
Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno plasmato attraverso il tornio terra malleabile con acqua passandola poi nel fuoco: ecco la ceramica di “terracotta” che ittiti, semiti, greci, etruschi e romani hanno prodotto per la cucina e l’ornamento delle loro case.
Questa è la ceramica che tutti noi conosciamo...
In Cina però già nel terzo secolo avanti Cristo argille ricche di allumina ma sempre con forti qualità plastiche venivano sapientemente portate a temperature altissime fino a fondersi vetrificandosi.
Veniva così creato un prodotto molto resistente, non poroso, duro e pesante, chiamato gres, adatto per uso alimentare e per foggiare forme artistiche.
Noi ci procuriamo questa argilla in Francia ma l’abbiamo trovata anche qui vicino, nel vercellese, e attraverso prove e ricerche siamo in grado ora di produrre anche gres proveniente da queste terre moreniche della Serra...
Ecco dunque nascere da terra, acqua, aria, fuoco e dalle mani dell’uomo le nostre ceramiche, con i colori naturali e semplici della Serra.
I nostri fratelli si sono formati alla scuola di Gérard Pott, allievo di Daniel de Montmollin, e di Gianni Beccafichi, uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale.
Le nostre ceramiche sono lavorate solo a mano al tornio, decorate con smalti derivati da materie prime naturali e ceneri, cotte a 1300° C in riduzione, secondo antichi procedimenti.
Il termine “raku” significa “gioia profonda”. Apparso nel XVI sec. in Giappone, il raku è il prodotto dell’incontro tra i vasai coreani, il rituale giapponese della Cerimonia del tè e la filosofia Zen. Questo tipo di tecnica necessita di un impasto molto refrattario che resista a forti shock termici. Ogni oggetto è realizzato a mano, dipinto con ossidi e smalti, cotto a 1000° C in speciali forni; viene poi estratto incandescente con lunghe pinze metalliche. L’estrazione dal forno è un momento molto emozionante: l’oggetto viene adagiato su un letto di paglia o segatura e s’infiamma.
Viene poi chiuso ermeticamente con una campana. In questa fase della riduzione gli ossidi metallici presenti nello smalto reagiscono con il carbonio del fumo. Il forte sbalzo termico e il fumo di riduzione fanno emergere il “craquelé”: le piccole crepe nello smalto e nella terra che danno il tipico “effetto antico”. Il risultato del gioco tra aria, acqua, terra, fuoco e le mani dell’uomo, è sempre una gioiosa sorpresa che avvicina questa lavorazione a un rituale. Grazie alla ricchezza delle sfumature e dei riflessi degli smalti, l’oggetto raku rimane sempre irripetibile.
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