A partire dai primi secoli del cristianesimo vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere radicalmente il Vangelo nel celibato e riuniti in comunità. Bose si innesta in questa tradizione, propria dell’Oriente e dell’Occidente cristiani, per vivere oggi il progetto del monachesimo
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Nei giorni dell’insperata e straordinaria visita a Bose di Sua Santità Bartholomeos I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico, avvenuta il 18 e 19 maggio 1997, il fondatore e priore della comunità, fr. Enzo Bianchi, non cessava di ripetere ai propri fratelli e alle proprie sorelle le parole del Signore: “Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro darvi il suo regno” (Lc 12,32). Perché ripetere queste parole, che nel loro contesto originario sono manifestamente di consolazione, in un momento di grande gioia?
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