27 maggio 2025
ll’inizio del capitolo dodici del vangelo secondo Giovanni Gesù entra in Gerusalemme, prima della Pasqua, a cavallo di un asino. La sua presenza è accompagnata dal coro di chi non crede e si mostra diffidente anche rispetto ai segni che Gesù compie. Ma per tutti viene l’ora del giudizio, l’ora della sua passione, morte e resurrezione, l’ora della sua glorificazione sulla croce che manifesta il suo amore fino alla fine per tutta l’umanità. Il discepolo del Signore Gesù è tale solo se accoglie la croce alla sequela del suo maestro e Signore.
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26 maggio 2025
Nel portico di Salomone, durante la festa della Dedicazione – memoria della purificazione e della riconsacrazione del tempio – Gesù si presenta come il vero pastore: non un capo che domina, ma colui che guida con la voce, che chiama con dedizione e si offre con fedeltà. È proprio lì, nel luogo che celebra la presenza divina, che avviene un confronto decisivo. Alla domanda che gli viene rivolta dai giudei, “Fino a quando ci terrai nell’incertezza?” (v. 24), Gesù non risponde con dottrine, ma con la testimonianza autorevole di una vita coerente: “Le opere che compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me” (v. 25).
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