STEPHEN HEADLEY

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Dimensioni della preghiera. San Saba nel deserto di Giuda.

Stephen Cavanna Headley è nato in Pennsylvania nel 1943. Dopo la laurea in studi orientali (cinese e sanscrito) alla Columbia University (1969), continua gli studi a Parigi con un master in filologia sanscrita all’Ecole Pratique (1972) e un dottorato in antropologia sociale alla Sorbona (1979). Nel frattempo, studia teologia al Seminario St Vladimir di New York e all’Institut St Sèrge di Parigi.

Tra il 1981 e il 2008 lavora al Centro nazionale francese per la ricerca scientifica e tra il 1998 e il 2008 è coinvolto nel gruppo di ricerca dell’antropologo Louis Dumont.

Tra il 1973 e il 2005 compie lunghe ricerche sul campo a Java, mentre tra il 2006 e il 2010 insegna a Mosca e intraprende studi antropologici sulla vita parrocchiale.


Vorrei suggerire che l'eredità più importante della vita monastica nel deserto della Giudea è il typikon monastico di San Saba. Avendo in seguito influenzato il rito della cattedrale nella città imperiale di Costantinopoli, l'innografia sabaita di Gerusalemme, arricchita dalla tradizione studita, si garantiva un posto indelebile negli ordo liturgici ortodossi, sia parrocchiali che monastici. Questa regola liturgica della vita monastica fu normativa per molti secoli, ma ebbe una grandissima influenza anche al di fuori dei monasteri e in particolare in ambiente urbano, dove l'innografia sabaita ebbe un’immensa diffusione. Il corifeo di questo dono poetico dei monasteri di “San Saba" alle parrocchie urbane in tutto il mondo ortodosso fu San Giovanni di Damasco (c. 675/6 -749), teologo, poeta e musicista, che venne in Palestina e forse anche a San Saba, dove sarebbe vissuto componendo i tre grandi canoni dell’anno cristiano.

HILARION DI VOLOKOLAMSK

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La vita in Cristo

Il metropolita Ilarion di Volokolamsk, membro della Commissione mista internazionale per il dialogo tra la chiesa cattolica romana e la chiesa ortodossa, è uno dei teologi ortodossi contemporanei più conosciuti. Dopo aver compiuto la propria formazione teologica all’Accademia di Mosca, ha conseguito il dottorato a Oxford con una tesi su Simeone il Nuovo Teologo; ordinato vescovo nel 2001, il metropolita Ilarion è dal 2009 presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. È inoltre musicista e autore di numerose composizioni, tra cui la Passione secondo Matteo, per soli coro e orchestra.

Tra le sue opere principali, sono usciti in italiano quattro volumi dell’ampia sintesi sull’ortodossia (La Chiesa ortodossa I. Profilo storico, prefazione di K. Koch, Bologna 2013; II. Dottrina, Bologna 2013; III. Tempio, icona e musica sacra, prefazione di G. Ravasi; IV. Liturgia, prefazione di L. Sandri), ed è in corso la traduzione della cristologia in sei volumi: Iisus Christos. Žizn’ i učenie (Gesù Cristo. Vita e insegnamento), 6 voll., Moskva 2016-2017. Presso le edizioni Qiqajon sono usciti: La gloria del Nome. L’opera dello schimonaco Ilarion e la controversia athonita sul Nome di Dio all’inizio del xx secolo (2002); La forza dell’amore. L’universo spirituale di Isacco il Siro (2003); Cristiani nel mondo contemporaneo (2013); Cammino di luce (2018).

MICHEL VAN PARYS

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La vocazione monastica in occidente oggi

Michel van Parys è nato nel 1942 a Gent (Belgio) e nel 1959 è entrato nel monastero benedettino di Chevetogne. Ha studiato filosofia, teologia, lingue classiche orientali all’Università Sorbona di Parigi, discutendo una tesi su san Gregorio di Nissa. Ordinato prete nel 1969, nel suo monastero ha ricoperto successivamente le cariche di maestro dei novizi, priore e abate.
Dopo aver dimissionato dall’abbaziato, è stato consultore della Congregazione delle chiese orientali a Roma, delegato pontificio per i mechitaristi armeni di Venezia, igumeno per nomina papale dell’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Ora è padre spirituale del Pontificio collegio greco a Roma. Oltre ad essere stato direttore della rivista Irénikon dal 2002 al 2013, padre Michel è tuttora membro del comitato scientifico dei Convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa, che si tengono ogni anno nel monastero di Bose. Tra i suoi scritti ricordiamo: Uno con tutti: essere monaci oggi (Qiqajon, 2008); Incontrare il fratello (Qiqajon 2002).

NEKTARIOS DI ARGOLIDOS

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La vocazione monastica nella chiesa greca oggi

Nektarios (Antonopoulos) nacque nel 1952 ad Amarusio, poco distante da Atene.
Nel 1976 fu tonsurato monaco e ordinato diacono dal metropolita di Corfù, Policarpo, per entrare l’anno successivo nel monastero della Trasfigurazione di Sagmata. Nel 1983 fu ordinato presbitero e incardinato nella diocesi di Tebe e nel 1991 fu eletto igumeno del monastero della Trasfigurazione.
Dal 2013 è vescovo metropolita dell’Argolide, con sede a Nauplia.

ARISTOTLE PAPANIKOLAOU

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Vocazione cristiana e vita della polis

Aristotle Papanikolaou è nato e cresciuto a Chicago, Illinois. È co-fondatore e Senior Fellow al Fordham’s Orthodox Christian Studies Center e al Center for the Study of Law and Religion presso l’Università di Emory. Nel 2012, ha ricevuto il premio di eccellenza per l’insegnamento universitario in discipline umanistiche e ha fondato, insieme a George Demacopoulos l’Orthodox Christian studies center, che proprio quest’anno ha avviato un progetto di ricerca su ortodossia e diritti umani. Le sue aree di conoscenza comprendono la teologia ortodossa orientale, la teologia trinitaria, e la religione nella vita pubblica.
La sua ricerca esplora in particolare la rilevanza del dire la verità (confessione) per comprendere cosa significhi essere umani. Ha ricevuto il premio Sabbatical Grant for Researchers dal Louisville Institute per il suo progetto The Ascetics of War (L’ascetica della guerra).


Nella nostra situazione attuale, è impossibile pensare la chiamata cristiana in relazione alla polis senza discutere contemporaneamente la parola "laico".   Comincerò così ad analizzare il concetto di "laico".  Sosterrò poi che se l'unica e sola chiamata cristiana è la theosis - che definisco come comunione divino-umana realizzata attraverso un apprendimento ascetico dell'amore - allora il cristiano è chiamato a lavorare per una laicità cristiana - una polis che protegge e promuove il pluralismo, anche morale.

DESPINA PRASSAS

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Vocazione come incontro. Gesù e le donne 

Despina D. Prassas ha conseguito il dottorato presso la Catholic University of America nel 2003; insegna presso il Providence college in qualità di professore associato e pubblica nell’ambito della storia della teologia. Si occupa del tardo-antico e del primo periodo bizantino, in particolare degli scritti monastici e ascetici di Massimo il Confessore. Un’altra area dei suoi interessi è il movimento ecumenico moderno, ed è membro di diversi dialoghi ecumenici ufficiali.


L’incontro di molte persone con Cristo nei Vangeli ha portato a cambiamenti profondi nella loro vita, nonostante le difficoltà lungo il cammino.  Ma accanto a una personale svolta esistenziale, gli incontri di Cristo con le donne hanno anche avviato la possibilità di un cambiamento culturale.  La relazione prenderà in esame l’incontro con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4), che la tradizione ortodossa identifica con Santa Fotina, e quello con l’emorroissa (Mc 5,25-34; Mt 9,20-22; Lc 8,43-48), che la tradizione identifica con Santa Veronica, considerando come tali eventi hanno non solo trasformato la vita di queste donne, ma modificato anche la percezione della condizione femminile.

PORFIRIJE DI ZAGABRIA E LJUBLJANA

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La teologia ortodossa della vocazione monastica

Il metropolita Porfirije (Peri) di Zagreb-Ljubljana è nato nel 1961 a Becej, Serbia. È stato tonsurato dal suo padre spirituale, l’allora ieromonaco Irinej (Bulovi), al monastero di De
ani nel 1985. Nel 1999 è stato ordinato vescovo di Jegar, vicario di Bačka, e nel 2014 metropolita di Zagabria e Liubliana.
Nel 1986 si è laureato alla Facoltà di teologia ortodossa di Belgrado e ha poi proseguito gli studi ad Atene fino al 1990, quando è divenuto igumeno del monastero dei Santi Arcangeli di Kovilj. Molti giovani sono entrati in monastero sotto la sua guida. In quegli anni il monastero di Kovilj divenne un centro spirituale per molti giovani: intellettuali, artisti, attori e musicisti rock, in particolare da Novi Sad e Belgrado. Da allora padre Porfirije si è preso cura in particolare dei giovani tossicodipendenti, per i quali ha fondato la comunità terapeutica “La Terra dei Viventi”, che ha attualmente più di un centinaio di ospiti in tutta la Serbia.
Nel 2004 ha difeso la sua tesi di dottorato all’Università di Atene e ha successivamente insegnato presso il dipartimento di psicologia pastorale alla facoltà di teologia ortodossa di Belgrado. L’assemblea della repubblica serba lo ha eletto in qualità di rappresentante di tutte le comunità ecclesiali e religiose come membro del Consiglio della Radiotelevisione serba, e nel 2008 ne è stato eletto presidente.