Il pericolo delle antipatie e delle simpatie
I due grandi pericoli di una comunità sono gli “amici” e i “nemici”. Ben presto la gente che si assomiglia si mette insieme; fa molto piacere stare accanto a qualcuno che ci piace, che ha le nostre stesse idee, lo stesso modo di concepire la vita, lo stesso tipo di umorismo. Ci si nutre l’uno dell’altro; ci si lusinga: “Sei grande!”, “Che forte!”. Le amicizie umane possono cadere rapidamente in un club di mediocri, in cui ci si chiude gli uni sugli altri; ci si lusinga reciprocamente e si fa credere di essere di essere i migliori. Questo impedisce di vedere la propria povertà interiore e le proprie ferite. Allora l’amicizia non è più un incoraggiamento a crescere, ad andare oltre, a servire meglio i nostri fratelli e le nostre sorelle, ad essere più fedeli al dono che ci è stato dato, più attenti allo Spirito, e a continuare a camminare attraverso il deserto verso la terra promessa della liberazione. L’amicizia diventa soffocante e costituisce un ostacolo che impedisce di andare verso gli altri, attenti ai loro bisogni. Alla lunga, certe amicizie si trasformano in una dipendenza affettiva che è una forma di schiavitù.