26 luglio 2024
Un commento alla pagina evangelica odierna appare superfluo, perché Gesù stesso ce lo offre spiegandoci il significato della parabola del seminatore.
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25 luglio 2024
Oggi facciamo memoria di S. Giacomo di Zebedeo apostolo, uno tra i primi chiamati alla sequela di Gesù. Fu testimone di alcuni degli eventi più importanti della vita di Gesù come la Trasfigurazione e il momento al Getsemani. Insieme al fratello Giovanni venivano soprannominati da Gesù come “figli del tuono”; doveva infatti avere un carattere forte, impulsivo e irruento.
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24 luglio 2024
La parabola del seminatore è la risposta di Gesù a una situazione che sta andando verso il fallimento da tutti i punti di vista. Le autorità religiose prima lo accusano di agire e parlare per conto di Satana, poi lo sfidano a mostrare segni potenti dal cielo; i parenti lo guardano con sospetto, le folle lo ricercano solo in modo interessato, i discepoli sono lenti e tardi a credere... Tutta una serie di ostacoli sembra impedire l’attuazione del Regno annunciato da Gesù, e in definitiva negarne la verità e l’autenticità.
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23 luglio 2024
Siamo al capitolo 12 di Matteo, capitolo in cui il conflitto tra Gesù e i farisei e gli scribi diventa più aspro (al v.14 i farisei “uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire” e al v. 38 alcuni scribi e farisei pretendono un segno e sono apostrofati da Gesù come “generazione malvagia e adultera”) e in cui Gesù rivela se stesso come colui che vive la parola profetica: “Voglio l'amore e non il sacrificio” (Os 6,6) e “Ecco il mio servo, che io ho scelto....Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia (Mt 12,18-20). Questo è un capitolo di passaggio nella predicazione di Gesù: egli ormai si rivolge sempre di più ai discepoli dopo aver constatato la mancata ricezione della sua parola da parte di farisei e scribi e la non affidabilità delle folle. Le folle ancora lo seguono (vedi 14,13), ma ad esse parla in parabole, la cui chiave interpretativa è riservata ai discepoli (v. 13,36).
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22 luglio 2024
Quante volte Maria di Magdala aveva già sentito, come i discepoli, gli annunci fatti da Gesù sulla sua morte e resurrezione. Tuttavia adesso, in questo momento di acuta sofferenza, tutto sembra dimenticato.
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20 luglio 2024
Il Vangelo della Trasfigurazione secondo Matteo ci richiede pazienza e discernimento per cogliere il senso della visione eccezionale offerta ad alcuni discepoli di Gesù: è un brano che vuole aprire la nostra comprensione oltre l’apparenza del reale, suggerendoci che ogni episodio della nostra vita può illuminarsi alla luce del suo senso complessivo.
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19 luglio 2024
In questo passaggio del vangelo secondo Matteo Gesù è ancora una volta impegnato nella grande disputa relativa al sabato che lo vede spesso contrapposto ai farisei e ai dottori della legge. Questa volta la contestazione non scaturisce da una guarigione, ma da un atto puramente umano: i discepoli hanno fame e iniziano a cogliere le spighe in un campo di grano, in giorno di sabato.
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18 luglio 2024
Gesù loda il Padre per aver rivelato ai “piccoli” i misteri del Regno, anziché ai “sapienti e ai dotti” (v. 25). In un’epoca di sovrabbondanza informativa, egli ci ricorda che la vera saggezza non risiede nell’accumulo di saperi ma nella semplicità di cuore e nell’umiltà. Il concetto di “piccoli” non si riferisce all’età anagrafica, ma a uno stato d’animo: un’apertura alla grazia divina che trascende l’intelletto. Questi “piccoli” sono gli anawin dell’Antico Testamento, i poveri in spirito che trovano rifugio in Dio (cf. Mi 6,8).
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17 luglio 2024
Non possiamo nasconderlo, che ne siamo consapevoli o no, esiste la possibilità che a ingabbiare lentamente e silenziosamente la nostra vita, sino ad aggredirla, ci sia un mistero di accecamento, di durezza e di infedeltà. L'indurimento può accadere in ogni stagione personale, famigliare o comunitaria. Accadeva anche ai tempi di Gesù e il brano di oggi ne è un chiaro esempio.
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16 luglio 2024
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (v. 2): è la domanda che Giovanni Battista, nella solitudine del suo isolamento in prigione, pone attraverso i suoi discepoli a Gesù. La sua ricerca e attesa di colui che è “più forte” e “battezzerà in Spirito santo e fuoco” (Mt 3,11), ricerca che in Gesù aveva trovato risposta, ora non è più così certa: l’uomo che ha vissuto nel deserto alla ricerca e in attesa del Messia è attraversato dal dubbio.
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15 luglio 2024
Gesù ha appena detto ai suoi discepoli/e: “Neppure un passero cadrà a terra senza avere il Padre accanto a sé”. E “Voi valete più di molti passeri” (Mt 10,29.31). È questa la fede, la fiducia nel Padre che Gesù ci comunica perché diventi la nostra e ci liberi dall’essere ostaggio della paura della nostra morte. Perché l’amore di Dio, che è misericordia, fedeltà, tenerezza, compassione, amore più forte della morte, “è eterno”, “per sempre” e “vale più della vita”- canta la Bibbia mille volte (cf. Sal 118,1 ss; 136,1 ss; Sal 63,4).
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13 luglio 2024
Il capitolo 10 dell’evangelo secondo Matteo in cui è inserito il brano di oggi, riguarda la missione dei Dodici: Gesù li chiama a sé per inviarli “alle pecore perdute della casa di Israele”, per comunicare tramite loro la buona novella che è venuto a portare. Una buona novella che capovolge i nostri pensieri di quieto vivere, il nostro ideale di vivere senza contraddizioni, senza fatiche e persecuzioni.
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12 luglio 2024
Il testo di oggi fa parte del discorso missionario del vangelo secondo Matteo (Mt 9.36-10.42). La compassione di Gesù per le folle che appaiono “stanche e affaticate come pecore senza pastore” è il motivo dell’invio dei discepoli. La cura di coloro che ha di fronte, il desiderio di dare ciò di cui hanno bisogno, il ridare il senso alle loro vite (sono pecore perdute: cf. Mt 10,5), questo è il vero significato dell’invio dei discepoli. Non una propaganda solo di parole, ma il mostrare una via per ritrovare una vita piena e dignitosa.
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11 luglio 2024
“Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. La domanda che il vangelo di oggi, per questa festa di san Benedetto, pone in bocca al ricco è la domanda che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna, in maniera più o meno consapevole, e che è all’origine di ogni cammino di vocazione cristiana e monastica, se davvero comprendiamo la “vita eterna” come quella pienezza di vita che inizia già qui e non riguarda solo l’al di là. Che cosa fare dunque per avere la vita vera?
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