Europa e Islam

Domenica 16 Giugno 2019

Franco Cardini
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Domenica 16 giugno, sul tema “Europa e Islam”, è intervenuto Franco Cardini, studioso di storia medievale e, in particolare, della storia delle Crociate, professore emerito alla Scuola superiore Normale di Pisa. La giornata, introdotta da fratel Enzo, ha permesso al pubblico di circa 200 persone di immergersi nel quadro generale e informativo, ma né generico, né banale, presentato con sapienza e ironia dal relatore. 

Cardini ha fornito ai presenti uno sguardo diverso sull’Islam che, molto spesso, è, ed è stato, pieno di lacune, di errori e di pregiudizi da parte del mondo occidentale. Conoscere l’Islam delle origini, quello pensato e fondato da Muhammad, (Maometto), nel 622 può aiutarci a comprendere quel che oggi accade nel mondo. 

Parlare di Islam è parlare di religione, è parlare, cioè, di quel complesso di culti, credenze e riti che esprimono il bisogno dell’uomo di confrontarsi con il cosmo e la natura e di dare una forma a quanto prova a livello di cose visibili e invisibili. Tra le numerosissime religioni presenti al mondo, l’Islam rientra tra le cosiddette religioni rivelate, assieme all’ebraismo e al cristianesimo. Sono queste religioni che si rifanno alla tradizione abramitica, che riconoscono cioè in Abramo il loro capostipite, religioni in cui Dio ha stretto un patto, un’alleanza con l’uomo. L’Islam si allontana dal cristianesimo e dall’ebraismo per concetti abbastanza secondari: non esiste il concetto di peccato originale e nemmeno l’idea che Dio possa aver ordinato, e quindi in un certo senso limitato, la propria potenza nell’atto di creazione del mondo.

L’Islam nasce nel VII secolo nella penisola araba, nelle città carovaniere in cui mercanti e viaggiatori di ogni provenienza e religione si incontravano. Nasce sotto la forte influenza ebraica e cristiana, in città in cui il culto alle divinità fenicie si mescolava a una conoscenza orale della Bibbia. Al tempo, l’Arabia era organizzata in clan e in tribù che si dividevano il potere tra le città e nei deserti e fu proprio in questa società violentata da faide interne che Muhammad si presentò quasi come un riformatore religioso per liberare la penisola araba dal politeismo e dalle faide fratricide tra tribù.

Non ci deve stupire, quindi, se nel testo sacro dell’Islam, il Corano, che lo stesso arcangelo Gabriele ha trasmesso a Muhammad, Gesù di Nazareth è riconosciuto come profeta, anzi, come il più grande tra i profeti, e se in esso vi si trova anche un canto a Maria. L’Islam nasce da questa grande commistione tipica di queste città di commercio e si pone nella scia della grande tradizione abramitica, pur identificandosi come discendente di Ismaele, figlio sì di Abramo, ma attraverso la schiava Agar.

Il desiderio di Muhammad di contrastare le lotte fratricide tra tribù e all’interno del mondo musulmano, non avrà grande fortuna. Le “fitne”, gli scontri interni, le lotte, vedranno la luce dalla morte del Profeta fino ad oggi, momento in cui l’Islam conta nel mondo quasi 2 miliardi di fedeli, divisi tra sunniti, sciiti e kharigiti. Le differenze teologiche tra queste tre confessioni sono minime, ma comunque esistono. 

In questo quadro introduttivo, non si possono non nominare i cinque pilastri dell’Islam, su cui si basa tutto il sistema religioso:

  • Testimoniare la propria fede
  • Andare a La Mecca una volta nella vita in pellegrinaggio
  • Pregare cinque volte al giorno
  • Digiunare durante le ore di sole nel mese di Ramadan
  • L’elemosina obbligatoria.

Questo concetto dell’elemosina “strutturata” è molto importante e ha una dimensione sociale: l’imam della comunità decide qual è il limite minimo di povertà per la sua comunità e chi ha di più, all’interno della comunità, deve aiutare a una vita dignitosa chi ha meno.

L’incontro è proseguito con un rapido inquadramento della complicata situazione odierna per quanto riguarda i rapporti di potere tra i diversi paesi mediorientali a fede islamica.

In chiusura, fratel Enzo ha ringraziato Franco Cardini per il suo intervento sottolineando come, di fronte all’orizzonte tenebroso che ci viene presentato dalla nuova crisi del Golfo di questi giorni, uno sguardo al mondo musulmano più consapevole può aiutarci a comprendere meglio quanto stia davvero avvenendo. 

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