La sapienza del deserto: i detti dei padri e delle madri

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XXIX Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa
LA SAPIENZA DEL DESERTO
I detti dei padri e delle madri

Monastero di Bose, 5-8 settembre 2023
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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Siamo lieti di annunciare che nei giorni 5-8 settembre 2023 presso il Monastero di Bose si terrà il XXIX Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa dedicato a “La sapienza del deserto: i detti dei padri e delle madri”.

I Detti o Apoftegmi dei padri del deserto sono testi ben noti al grande pubblico: svariate edizioni e traduzioni in italiano e nelle principali lingue europee, oltre ad alcuni importanti studi e libri di spiritualità che hanno goduto e tuttora godono di largo successo, li hanno fatti conoscere e apprezzare1.

Molti sono oramai coloro che, a partire dai più svariati ambienti culturali e confessionali, e con le motivazioni più diverse, vi si accostano per trarne insegnamento e nutrimento spirituale, ammirandone la sapienza, o semplicemente sentendosi interpellati dalla grande profondità umana in essi contenuta.

Come gli scritti di Isacco di Ninive, cui abbiamo dedicato il convegno dell’anno scorso, i Detti sono da sempre molto cari a tutta la tradizione monastica, e fin dall’inizio della nostra vicenda comunitaria anche noi a Bose li abbiamo letti, studiati, tradotti e commentati, e continuiamo a farlo, traendone continuo stimolo e nutrimento2. Di qui, quasi in modo naturale, è sorta l’idea di un convegno specificamente dedicato ad essi, per il desiderio di interrogarli insieme e di condividerne la ricchezza con altri.

Una profonda sapienza umana e un acuto discernimento spirituale emergono in modo vivido da queste sentenze, nate originariamente non come testi scritti ma come parole concrete che madri e padri spirituali hanno rivolto ai loro discepoli nei deserti dell’Egitto. Parole consegnate in risposta a precise domande di “salvezza” nelle quali è facile ancora oggi immedesimarsi: “Padre, dimmi una parola: come posso essere salvato?”, “Abba, che cosa devo fare? Sono caduto!”, “Cosa devo fare per piacere a Dio?”, “Qual è l’opera del monaco?”, “Prega per me!”.

Brevi, incisivi, profondi ma anche pratici e spesso anche paradossali e umoristici, i Detti non intendono tanto spiegare quanto piuttosto suggerire: “come le parabole, essi sono esplosivi, e il luogo in cui i singoli frammenti atterrano dopo l’esplosione è diverso ogni volta che le storie vengono raccontate o lette” (Columba Stewart)3.

Abba Antonio disse: “Viene un tempo in cui gli uomini impazziranno e, vedendo uno che non è pazzo, lo assaliranno dicendogli: ‘Sei pazzo!’, per il solo fatto che non è come loro” (Alf., Antonio 25).

Ogni volta la parola dell’abba rimanda il discepolo (e con lui il lettore) a un’ulteriore ricerca, affinché giunga progressivamente alla capacità di un discernimento personale4:

Un fratello interrogò abba Poimen dicendo: “È meglio parlare o tacere?’. Gli disse l’anziano: ‘Chi parla a motivo di Dio fa bene, e chi tace a motivo di Dio fa ugualmente bene’”. (Alf., Poimen 147).

Abba Poimen disse: “C’è qualcuno che sembra tacere, e il suo cuore giudica gli altri: costui parla sempre. E c’è chi invece parla da mattina a sera eppure mantiene il silenzio, cioè non dice niente che non sia utile” (Alf., Poimen 27).

Amma Sincletica disse: “Molti che vivono sul monte si perdono comportandosi come la gente di citta, e molti che vivono nelle città si salvano compiendo le opere del deserto. È possibile, infatti, vivere da soli nell’animo, pur essendo insieme a molti, e vivere in mezzo alle folle con il pensiero, pur essendo da soli” (Alf., Sincletica S1).

Come nella Bibbia, così anche nei Detti vi sono stili, forme di vita e filoni di pensiero profondamente diversi che sono accolti l’uno accanto all’altrocon pari cittadinanza:

La Scrittura dice che Abramo era ospitale e Dio era con lui, che Elia amava la quiete e Dio era con lui. Ciò che vedi che la tua anima desidera secondo Dio, fallo e custodisci il tuo cuore” (Sist. I,18).

Per gli abba del deserto ogni atto, ogni situazione, ogni osservanza, ogni virtù, ogni pratica di vita ha valore non tanto in sé, ma a seconda della “misura”, del progresso spirituale e delle motivazioni interiori di ciascuno, ovvero nella misura in cui tutto ciò viene riconosciuto conforme alla chiamata di Dio e vissuto “con conoscenza”.

I Detti lasciano quindi a ciascuno la fatica di risolvere e di comporre le tensioni che sono presenti al loro interno e che si ripropongono all’interno della vita di ogni cristiano e di ogni monaco. Sono da intendere meno come modelli a cui il monaco e lettore devono conformarsi, e più come un bagaglio di esperienze da mettere a frutto, come le tessere di un mosaico mai fissato una volta per tutte, ma continuamente da ricomporre nel vivo della propria esistenza.

Luogo d’origine della maggior parte dei Detti, come si accennava, è l’Egitto, terra che, a partire da Antonio, vide la prima fioritura del monachesimo cristiano. È lì che queste parole videro la luce e furono custodite dalle prime generazioni di discepoli. Ma quando le incursioni barbariche degli inizi del V secolo, e forse anche una certa decadenza, spinsero molti monaci ad abbandonare quelle regioni, il timore che quella preziosa eredità andasse perduta convinse alcuni a metterla per iscritto. Nacquero così, in Palestina, le grandi collezioni greche (quella Alfabetico-anonima e quella Sistematica) che successivamente furono tradotte nelle principali lingue dell’ecumene, diffondendosi nelle diverse regioni e tradizioni ecclesiali, e arricchendosi continuamente di nuovi testi.

Il nostro Convegno, che come sempre cerca di affiancare alla prospettiva accademica quella ecclesiale e monastica, e all’approccio storico-letterario quello teologico e spirituale, intende esplorare alcuni dei principali temi del loro insegnamento spirituale (ruolo della Scrittura, preghiera, paternità spirituale, carità, discernimento spirituale, ospitalità, confronto con il diverso…), facendo emergere, insieme alle linee comuni, anche i punti di tensioni e le prospettive diverse che costituiscono proprio la ricchezza e la fecondità di questi testi.

La focalizzazione su alcune figure monastiche rappresentative, anche se forse non così conosciute (Abba Poimen e Amma Sincletica), permetterà quindi di cogliere il tono particolare di alcune delle voci di questo coro variegato.

Ci si interrogherà infine sui motivi per cui questa sintesi originale di sapienza umana e di radicalità evangelica abbia attraversato i secoli in maniera costante e ininterrotta, e ancora oggi sia in grado di stimolare e ispirare, in modo sempre fresco e vivo, innanzitutto i monaci (e tra questi in modo particolare quelli che ancora vivono in Egitto, nei monasteri copti, come legittimi eredi dei Padri del deserto), e più in generale gli uomini e le donne del nostro tempo.

Anche quest’anno proseguiremo l’esperimento avviato con frutto nel convegno dell’anno scorso e, accanto alle conferenze, vi sarà un’intera sessione pomeridiana dedicata alla lettura condivisa dei testi: i partecipanti avranno l’opportunità di leggere, confrontarsi e gustare insieme in piccoli gruppi alcuni dei Detti dei padri sotto la guida di alcuni moderatori, nelle diverse lingue.

Ci auguriamo che il Convegno, che vedrà la partecipazione di studiosi, di vescovi, di monaci e monache, di laici e laiche provenienti da tutto il mondo e da diverse chiese, resti anche quest’anno, a partire dall’approfondimento dei tesori spirituali della tradizione ortodossa, un’intensa occasione di incontro, scambio e comunione fraterna tra tutti i cristiani.

I fratelli e le sorelle del Monastero di Bose


1 Cf. ad es. Louis Leloir, Deserto e comunione. I padri del deserto e il loro messaggio oggi, Gribaudi, Torino 1982; Aa.Vv., Abba, dimmi una parola! La spiritualità del deserto, a cura di G. Dotti, Qiqajon, Magnano 1989; Benedicta Ward, Donne del deserto, Qiqajon, Magnano 1993;Lucien Regnault, La vita quotidiana dei padri del deserto, Piemme, Casale Monferrato 1994; Vita e detti dei padri del deserto, a cura di L. Mortari, Città Nuova, Roma 1996; Lucien Regnault, Ascoltare oggi i padri del deserto, Qiqajon, Magnano 1997; Pierre Miquel Lessico del deserto, Qiqajon, Magnano 1998;Douglas Burton-Christie, La Parola nel deserto, Qiqajon, Magnano 1998Graham Gould, La comunità. I rapporti fraterni nel deserto, Qiqajon 2001; John Chryssavghis, Al cuore del deserto, Qiqajon, Magnano 2004; Rowan Williams, La sapienza del deserto, Claudiana, Torino 2006; Fabrizio Vecoli, Il sole e il fango. Puro e impuro tra i padri del deserto, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2007; Lucien Regnault, Il deserto parla, Qiqajon, Magnano 2008.

2 Cf. ad es. Detti inediti dei padri del deserto, a cura di L. Cremaschi, Qiqajon, Magnano 1986; Iperechio, Stefano di Tebe, Zosima, Parole dal deserto, a cura di L. Cremaschi, Qiqajon, Magnano 1992; Padri del deserto, Detti editi e inediti, a cura di S. Chialà e L. Cremaschi, Qiqajon, Magnano 2002; Padri del deserto, Detti. Collezione sistematica, Qiqajon, a cura di L. d’Ayala Valva, Magnano 2013; Detti e fatti delle donne del deserto, a cura di L. Cremaschi, Qiqajon, Magnano 2018.

3 Cit. in Padri del deserto, Detti. Collezione sistematica, intr., p. 5.

4  Sul tema cf. Epiphanius di San Macario, "Il discernimento nel padri del deserto", in Aa.Vv., Discernimento e vita cristiana, Atti del XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, Bose, 5-8 settembre 2018, Qiqajon, Magnano 2019.