I convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa di Bose

b2883428a0ea005a7a458741c7836bd1.JPG

Il tempo opportuno della comunione

Il desiderio di offrire un tempo di dialogo e comunione, un luogo in cui ciascuna tradizione cristiana possa definirsi in ciò che ha di più caro e testimoniare la propria fede, è all’origine dei Convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa, che la Comunità monastica di Bose organizza dal 1993, in collaborazione con le chiese ortodosse.

Un “convegno” delimita lo spazio di un con-venire: letteralmente, un venire assieme in un luogo di ascolto reciproco e di amicizia, un ambito di simpatia necessario per superare i pregiudizi e intraprendere un cammino serio di conoscenza e accoglienza della ricerca spirituale dell’altro.

Questa ricerca condivisa ha permesso di conoscere meglio e approfondire la tradizione spirituale delle chiese ortodosse nella multiforme unità delle loro diverse tradizioni (bizantina, slava, romena), senza trascurare il contributo delle chiese orientali (armena, siriaca, copta). Quattro elementi hanno da sempre caratterizzato lo spirito dei convegni: il desiderio di conoscere la storia di santità e la testimonianza (spesso fino al martirio) della chiesa sorella; la dimensione ecclesiale, con il coinvolgimento diretto dei rappresentanti delle chiese ortodosse e delle altre chiese cristiane; l’approfondimento scientifico, con il contributo di teologi, biblisti, patrologi, storici (ortodossi e non), provenienti da tutto il mondo; l’apertura dialogante alle ricerche e le attese dell’umanità contemporanea.

Un po’ di storia

La serie dei convegni è nata come risposta alle sollecitazioni di un preciso momento storico. Il crollo dei regimi comunisti nei primi anni ’90 aveva permesso di incontrare quelle chiese che avevano conosciuto la persecuzione e lunghi anni di silenzio e forzata segregazione dalla società civile.

L’iniziativa dei convegni di spiritualità ortodossa russa, iniziata grazie alla collaborazione con Nina Kauchtschischwili, professore di letteratura russa all’Università di Bergamo, ottenne ben presto il patrocinio del Patriarca di Mosca Aleksij II e il costante interessamento dell’allora presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, attuale patriarca di Mosca. Il Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani salutò da subito con favore questi convegni, e assicurò il suo sostegno. Le prime sette edizioni furono così dedicate ad alcune figure centrali della storia della spiritualità russa e alla loro irradiazione in tutta l’ecumene cristiana, fino al martirio della chiesa russa in epoca sovietica: San Sergio di Radonež e il suo tempo (1993); Nil Sorskij e l’esicasmo (1994); Paisij Veličkovskij e il suo movimento spirituale (1995); Da Sarov a Diveevo. San Serafim di Sarov e il rifiorire del monachesimo in Russia nel XIX secolo (1996); La Grande Vigilia. Santità e spiritualità in Russia tra Ignatij Brjančaninov e Ioann di Kronstadt (1997); “Tieni il tuo spirito agli inferi e non disperare!”. Silvano dell’Athos: vita e spiritualità (1998); L’autunno della Santa Russia. Santità e spiritualità in Russia in un tempo di crisi e di persecuzione: 1917-1945 (1998); La notte della chiesa russa. La chiesa ortodossa russa dal 1943 ai nostri giorni (1999).

Dall’ottava edizione nell’anno 2000, alla sezione russa se ne affiancò una di spiritualità bizantina, con il patrocinio del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. L’accostamento si rivelò particolarmente fecondo sia per le molteplici interrelazioni tra civiltà bizantina e slava, sia per l’opportunità di un confronto fraterno sulla vitalità di quelle relazioni nell’oggi dei rapporti ecumenici. I temi affrontati accostavano così all’eredità spirituale della tradizione russa lo studio dei padri monastici bizantini e della chiesa del primo millennio: San Nicodemo Aghiorita e la Filocalia e Forme della santità russa (2000); San Giovanni Climaco e il Monte Sinai e Vie del monachesimo russo (2001); San Simeone il Nuovo Teologo e il monachesimo a Costantinopoli e I santi starcy di Optina Pustyn’ (2002); Il deserto di Gaza: Barsanufio, Giovanni e Doroteo e Il grande Concilio di Mosca del 1917 1918 (2003); Atanasio e il monachesimo al Monte Athos e La preghiera di Gesù nella spiritualità russa del XIX secolo (2004); Giovanni di Damasco. Un padre al sorgere dell’Islam e Andrej Rublev e l’icona russa (2005); Nicola Cabasilas e la Divina liturgia e Le missioni della chiesa ortodossa russa (2006).

Dalla quindicesima edizione le due sezioni, bizantina e slava, sono state riunificate per mettere in luce l’unità della tradizione ortodossa, nelle sue multiformi espressioni, attorno ai temi fondanti della vita spirituale: Il Cristo trasfigurato (2007); La paternità spirituale (2008); La lotta spirituale (2009); Comunione e solitudine (2010); La Parola di Dio nella vita spirituale (2011); L’uomo custode del creato (2012); Le età della vita spirituale (2013); Beati i pacifici (2014); Misericordia e perdono (2015); Martirio e comunione (2016).

Martirio e comunione

Tre beatitudini evangeliche hanno scandito il tema degli ultimi convegni: “Beati gli operatori di pace”, “Beati i misericordiosi”, “Beati voi quando vi perseguiteranno per causa mia” (Mt 5, 9.7.11). Giunto alla sua XXIV edizione (7-10 settembre 2016), il Convegno di spiritualità ortodossa vuole riflettere quest’anno sul misterioso legame, tragicamente attuale per le chiese del Medio Oriente, tra il martirio dei cristiani e il desiderio dello Spirito santo che spinge le chiese a raggiungere la comunione visibile. Il grido dei martiri si fa ancora sentire (Ap 22,20), il loro sangue versato testimonia già dell’Una Sancta.