L’alterità

D’altra parte, nella Bibbia il pericolo vero non viene da chi non crede, ma da chi sostituisce Dio con i suoi simulacri. Spesso quello che a prima vista può sembrare altamente cristiano non lo è, anche se di per sé è utile e buono. Il cristiano deve sapere ascoltare la voce dell’altro. Quel che allora è da fare è camminare insieme, saper mutare il transito in dimora. È questo il senso profondo e nascosto del racconto di Emmaus. Due discepoli sono in cammino. Gesù si accosta loro ed essi non lo riconoscono. Parlano di lui senza saperlo. Arrivati al villaggio, Gesù si congeda da loro come uno che deve andare più lontano. Essi insistono perché si fermi. È sera. Quando si siedono a tavola Gesù spezza il pane. Ma cosa questo può significare davvero? Per un non credente quel che accade a Emmaus non è il rivelarsi di Gesù come Dio o di Dio in Gesù ma è il reciproco incontrarsi degli uomini nella scoperta della loro comune fragilità. Nella fractio panis, nella “condivisione”, gli uomini reciprocamente si affidano. Siamo stranieri sulla terra. Non è importante la meta, ma lo stare per via. Bisogna saper camminare insieme. Bisogna anche saper sostare: rendersi gli uno sostegno degli altri. Per tutti, infatti, cala la sera (S. Natoli, Dizionario dei vizi e delle virtù, Feltrinelli, Milano 1996, pp. 14-16).