L’evangelo è dissacrante
forse questo permetterà di ritrovarlo a una maggiore profondità, e tale riscoperta potrà preparare nuove sintesi, senza che si debba mai ritornare alle indifferenziazioni primitive”. “Ritrovare Dio a una maggiore profondità” si può interpretare anche come: non confondere Dio con quello che lui non è, relativizzare tutto quello che non è lui, comprese tutte le forme istituzionali nelle quali vive la fede. Karl Rahner, a sua volta, fa un bilancio ottimistico di questa evoluzione e ravvisa anche l’uscita da una confusione possibile: “Solo ora cominciano le vere opportunità per il cristianesimo. È stato necessario attendere la nostra epoca perché cadesse il velo degli enigmi che ricopriva il mondo, e perché l’uomo lo vedesse così com’è. Impossibile, ormai, confonderlo con Dio”. Non confondere fede e religione: è proprio quello che ha fatto fin dagli inizi il cristianesimo, svelando che gli dèi dominanti erano idoli. In questo senso, certamente l’Evangelo è dissacrante. Si pensi al dialogo di Gesù con la samaritana, a proposito dei luoghi di culto. Per quanto riguarda il tempio, Gesù ha già parlato della sua distruzione e questo gli sarà rimproverato durante il processo. In questo dialogo cosa annuncia? La fine della religione del tempio. “I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte – gli dice la donna – e voi giudei invece dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare” (Giovanni 4,20). Gesù pone fine a quella rivalità da campanile. Rispondere che la religione è in spirito e verità equivale a dire chiaramente che la fede non si vive in alcun luogo, in alcun tempio particolare, ma “sempre e ovunque”.